La commissaria europea all'energia Kadri Simson (foto EPA)

politiche energetiche

Caro bollette, l'Ue presenta la tool box. E dice no alle richieste di Francia e Spagna

Redazione

La commissaria Simson ha detto che le "regole attuali permettono e incoraggiano gli stati membri ad agire". Intanto gli occhi sono puntati su Gazprom

La Commissione ieri ha svelato la sua “Tool box” per affrontare l'aumento dei prezzi dell'energia che rischia di destabilizzare la ripresa dell'Ue e il Green deal. Come avevamo anticipato qui, non c'è alcuna bacchetta magica immediata dell'Ue. “Nel breve periodo gli stati membri sono meglio piazzati e equipaggiati per agire”, ha spiegato la commissaria Kadri Simson: “Le regole attuali permettono e incoraggiano gli stati membri ad agire” con sostegni finanziari a consumatori e imprese. La Commissione vuole che siano mirati alle fasce più fragili. Il consiglio è usare i 10,8 miliardi di entrate in più che i governi hanno incassato dal sistema di scambio di emissioni Ets nei primi nove mesi dell'anno. Ma sulle principali richieste di Francia e Spagna – la revisione del mercato dell'energia per disaccoppiare prezzo di gas e elettricità e la possibilità di tassare le utility che non usano il gas – è arrivato un sostanziale “no”. E' “importante che le misure non provochino distorsioni nel mercato dell'energia e siano in linea con il Green deal”, ha detto Simson a proposito della tassa spagnola. Quanto alla Francia, l'attuale sistema “ottimizza il prezzo in ogni momento”: lo scorso anno, in diverse occasioni, il prezzo dell'energia è stato “negativo” con “benefici per i consumatori”, ha ricordato Simson.

  


Questo è un estratto di Europa Ore 7 di martedì 28 settembre, la newsletter di David Carretta realizzata con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo. Per ricevere la versione integrale nella tua mail iscriviti qui. È gratis


   

La commissaria Simson non è apparsa entusiasta nemmeno della proposta spagnola, sostenuta dall'Italia, di acquisti comuni di gas da parte dell'Ue per formare una riserva strategica. L'eventuale proposta arriverà solo a dicembre (quando l'emergenza forse sarà meno acuta) e ci saranno molti paletti. “La partecipazione in questo schema di acquisti comuni sarebbe volontaria. Lo schema deve rispettare le regole sulla concorrenza e non interferire sul funzionamento del mercato dell'energia”, ha detto Simson. La commissaria è stata rassicurante sugli stock di gas, spiegando che nell'ultima settimana sono passati dal 75 al 77 per cento. Inoltre “ci sono buone notizie dalla Norvegia”, che ha annunciato di voler aumentare le forniture.

  

Viaggio nel Golfo e occhi puntati su Gazprom

Simson ha annunciato che nelle prossime settimane farà un viaggio nel Golfo per discutere con i produttori di idrocarburi delle forniture all'Ue. In conferenza stampa, la commissaria ha anche risposto a una nostra domanda sull'accusa lanciata dalla Polonia contro la Russia sulle manipolazioni nel mercato del gas. “Guardiamo a tutte le questioni legate alla manipolazione e a comportamenti anti-competitivi (…) incluse le preoccupazioni su Gazprom”, ci ha detto Simson. La commissaria ha spiegato che Gazprom sta rispettando i contratti di lungo periodo, ma “senza offrire forniture aggiuntive”.

   

Putin fa l'europeo su gas e il clima

Il presidente russo, Vladimir Putin, ieri ha negato che la Russia stia limitando le forniture all'Europa per far aumentare il prezzo del gas, reagendo con veemenza all'accusa di usare Gazprom come "arma" per accelerare l'approvazione del nuovo gasdotto Nord Stream 2. Putin ha spiegato che la Russia ha risposto positivamente a tutte le richieste di forniture di gas dall'Europa e che Gazprom è andata oltre ai suoi obblighi contrattuali. "Non c'è stato un solo rifiuto. Nemmeno uno", ha detto Putin. Ma, come spiega il Financial Times, gli analisti e i trader ritengono che non ci siano segnali di forniture addizionali dalla Russia. Putin ieri ha fatto anche l'europeo modello sul clima, promettendo che la Russia raggiungerà la neutralità sulle emissioni entro il 2060. Peccato che il presidente russo abbia aggiunto che il gas continuerà a giocare un ruolo maggiore nel mix energetico della Russia. 

   

Intanto l'Ue si divide sul nucleare

E proprio in attesa della presentazione della Tool box da parte della Commissione europea, l'Unione si era mostrata divisa su una questione energetica piuttosto fondamentale. E cioè se includere o meno il nucleare nella tassonomia, cioè le regole di classificazione che si applicano alle attività economiche per poterle definire “sostenibili” e dunque beneficiare di trattamenti finanziari favorevoli. Come scrive oggi David Carretta sul Foglio, "La decisione è stata rinviata più volte, malgrado un parere positivo da parte degli esperti che lavorano per la Commissione. La Germania milita per il gas, uscirà dal nucleare nel 2022, mentre il possibile ingresso dei Verdi al governo a Berlino pesa anche a Bruxelles. In luglio Germania, Spagna, Austria, Lussemburgo e Danimarca hanno scritto alla Commissione per dire che sono contrari a inserire il nucleare nella “tassonomia” perché “danneggerebbe la sua integrità e credibilità”. Ma questa settimana i ministri delle Finanze e dell’Energia di dieci paesi – che alcuni hanno ribattezzato l’Alleanza nucleare – hanno risposto con un’altra lettera per dire che “il nucleare deve essere parte della soluzione”. Secondo i dieci, la crisi attuale dei prezzi dimostra che, “se le fonti di energia rinnovabili giocano un ruolo chiave per la nostra transizione energetica, non possono produrre sufficiente elettricità a basse emissioni per andare incontro alle nostre necessità a un livello costante e sufficiente”.  

 

   

 

La scivolata di Cingolani

Mentre da noi, sempre a proposito di caro bollette, il ministro Cingolani è intervenuto alla Camera. dove ha dichiarato: “L’obiettivo di sterilizzare gli aumenti per tutte le categorie produttive e sociali richiederà molte più risorse di quelle finora rese disponibili”. Come spieghiamo oggi sul Foglio, "è vero che il rally dei prezzi energetici ha colto tutti alla sprovvista, ed è vero che parte della risposta deve necessariamente arrivare da Bruxelles. Ma, prima di chiedere nuovi contributi in aggiunta a quelli che già riceveremo attraverso il Next Generation Eu, sarebbe opportuno cominciare a fare pulizia nella giungla della bolletta e nella selva della burocrazia". 

  

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