editoriali
L'Onu ostaggio delle dittature
Nonostante il boicottaggio del mondo libero, Ginevra approva Durban
Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione pro Durban 32 a 10. “Il razzismo dovrebbe essere affrontato in tutte le sue forme e, purtroppo, per troppo tempo le Nazioni Unite hanno minimizzato la piaga dell’antisemitismo”, ha detto l’inviato britannico Simon Manley al Consiglio di Ginevra.
Appena il mese scorso, tutte le democrazie occidentali avevano boicottato l’evento dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York che aveva commemorato il ventesimo anniversario della controversa Conferenza mondiale contro il razzismo. Ora dieci paesi si sono di nuovo opposti alla risoluzione: Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Ucraina e Regno Unito. Manley ha ragione ma non ha detto tutto.
E’ solo parzialmente vero che le Nazioni Unite hanno minimizzato la piaga dell'antisemitismo. Piuttosto, ne sono diventate una delle principali casse di risonanza.
“Denigrare lo stato ebraico non rende woke”, aveva detto giorni fa il premier israeliano Naftali Bennett all’Assemblea generale dell’Onu, ormai chiaramente ostaggio di una maggioranza automatica di stati falliti e canaglia. Ma è proprio quello che sta succedendo adesso. L’unica notizia positiva è che le cancellerie occidentali, finora, si sono rifiutate di avallare questa nuova accusa del sangue che fa dell’unico stato ebraico al mondo, nonché l’unica democrazia del medio oriente e l’unico stato di quella regione dove ebrei, musulmani e cristiani siedono pacificamente all’interno dello stesso Parlamento e nella stessa società, la sentina del razzismo. Osceno.
Isteria migratoria