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Editoriali

Il senso della Novaya Gazeta

Redazione

Bene il Nobel a Muratov. In Svezia si sono accorti che in Russia c’è un problema

Il premio Nobel per la Pace a Dmitri Muratov, il terzo russo ad aver ricevuto il riconoscimento dopo il fisico Andrei Sakharov e l’ex presidente Mikhail Gorbaciov, in patria non è stato preso bene. Delusi e infuriati i sostenitori di Alexei Navalny,  in carcere dopo essere sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento e anche lui tra i candidati a ricevere il premio. Attoniti tanti giornalisti di testate d’opposizione che si sono ritrovate addosso l’etichetta di “agente straniero” che limita i loro finanziamenti e quindi la loro possibilità di lavorare, fare inchieste e sopravvivere. Ad affossare ancora di più l’onorificenza a Muratov è arrivato il Cremlino che si è congratulato con il giornalista per il “coraggio” e il “talento”. Muratov è il direttore (e tra i fondatori) di Novaya Gazeta, giornale famoso per le sue inchieste e soprattutto dopo l’assassinio di una delle sue giornaliste più importanti: Anna Politkovskaya.

 

Il Nobel a Muratov per molti sarebbe immeritato sia perché il direttore ha sempre cercato delle vie di compromesso tra il fare opposizione e il rimanere aperto, ma non ha mai rinunciato a  inchieste importanti. Sia perché rispetto ad altre testate, Novaya Gazeta può contare sul suo finanziatore, l’oligarca Aleksandr Lebedev, proprietario anche dell’Indipendent e dell’Evening standard e con dei trascorsi nel Kgb. Nel momento in cui le testate chiudono e i giornalisti vengono messi in prigione o costretti a fuggire, il premio a Muratov è sembrato fuori tempo, quasi che l’Accademia non si sia accorta che dall’omicidio Politkovskaya a oggi di cose terribili ne sono successe molte in Russia. Muratov ha comunque il merito di essere a capo di un giornale che si è occupato instancabilmente di diritti umani e ieri davanti ai giornalisti ha detto che se fosse stato nel comitato del Nobel avrebbe votato per Navalny (i navalniani non si sono calmati). Se questo premio serve a tenere in vita, libera e protetta una delle testate storiche della Russia ben venga.  In Svezia si sono accorti che in Russia c’è un problema con la libertà di stampa, ed è enorme.

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