Vladimir Putin (LaPresse)

Il tic di Putin

Così Mosca utilizza la dipendenza dell'Ue dal suo gas per giocare con i prezzi

David Carretta

Il costo dell'energia impenna. “Chiari segnali di manipolazioni di mercato” da parte di Gazprom, dice il sottosegretario polacco per il Clima. E c'entra anche il gasdotto Nord Stream 2

La Polonia mercoledì ha accusato la Russia di “manipolazione di mercato” e “coercizione” perché ritiene che Vladimir Putin stia alimentando l’aumento del prezzo del gas per trarne vantaggio ai danni dell’Europa. “Ci sono chiari segnali di manipolazioni di mercato” da parte di Gazprom, ha detto il sottosegretario polacco per il Clima, Adam Guibourgé-Czetwertynski, durante una riunione dei ministri dell’Ambiente dell’Ue dedicata all’impennata dei prezzi energetici: “Dobbiamo rimanere assertivi di fronte ai tentativi di coercizione della Russia”. Effettivamente, in quello stesso momento a Mosca, Putin stava dando un’ulteriore prova della sua capacità di utilizzare il gas e la dipendenza dell’Ue a fini politici. Sono bastate poche sue parole ambigue per riportare un po’ di calma nei mercati. “Pensiamo a un possibile aumento dell’offerta sul mercato, solo che dobbiamo farlo con attenzione. Mettetevi d’accordo con Gazprom e parlatene”, ha detto Putin. Mercoledì mattina il prezzo del gas all’ingrosso olandese con consegna a novembre – che è il punto di riferimento per il mercato europeo ed è già aumentato dell’800 per cento dall’inizio dell’anno – aveva raggiunto il massimo storico di oltre 150 euro per megawattora. Dopo l’intervento di Putin, alle tre del pomeriggio, era sceso a 114 euro.

 

Quello di Putin è stato un gesto di beneficenza di fronte a operatori e politici nel panico per il caro bollette e il fallimento di fornitori di gas ed elettricità? La risposta può essere cercata nelle parole del vice premier russo, Alexander Novak. Uno dei fattori che “potrebbero in qualche modo calmare la situazione – ha detto Novak – è il completamento della certificazione e l’autorizzazione più rapida per le forniture di gas via Nord Stream 2”. Il gasdotto tra Russia e Germania che passa sotto il Baltico aggirando l’Ucraina è stato completato. Ma per operare deve ricevere il via libera delle autorità tedesche ed europee. Il regolatore tedesco ha quattro mesi per preparare la bozza di decisione su Nord Stream 2 e trasmetterla alla Commissione europea. A sua volta la Commissione ha altri due mesi per presentare le sue osservazioni, di cui il regolatore tedesco deve tenere conto. Secondo questo calendario, Nord Stream 2 dovrebbe iniziare a operare a marzo. A meno che la Commissione non sollevi obiezioni perché il gasdotto e il suo operatore, a differenza che in passato, devono rispettare nuove regole dell’Ue. Diversi paesi dell’est ritengono che Putin abbia lasciato gonfiare il prezzo del gas per fare pressioni sull’Ue per il via libera a Nord Stream 2.

 

C’è un altro fattore che potrebbe spingere la Russia a giocare con il gas. Gazprom privilegia i contratti di fornitura di lungo periodo, che stabiliscono quantità, prezzi e tempi delle forniture fino a 25 anni, dando a Mosca certezze sulle entrate. Negli ultimi anni diversi operatori europei hanno preferito lo “spot market” (il mercato a pronti) con contratti di consegna a breve scadenza. Gazprom nel 2018 aveva creato una piattaforma di vendita elettronica per integrare le forniture previste dai contratti di medio e lungo periodo. Ma ad agosto ha deciso di sospendere le vendite di gas in consegna nel 2022. In questo modo Gazprom può dire che rispetta i contratti anche se, contrariamente ad altri fornitori come la Norvegia, non risponde positivamente alle richieste di volumi aggiuntivi.

 

Diversi parlamentari europei hanno chiesto alla Commissione di aprire un’indagine antitrust. Ma nell’Ue Gazprom ha ancora una potente protettrice che proietta la sua influenza a Bruxelles. “A mia conoscenza non ci sono ordini dove la Russia ha detto: non vi consegneremo”, ha detto mercoledì la cancelliera tedesca, Angela Merkel: “La Russia può fornire gas solo sulla base di obblighi contrattuali, e non così come capita”. Il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia la pensa diversamente: Fatih Bariol ha detto al Financial Times che la Russia potrebbe aumentare le esportazioni del 15 per cento rispetto a quanto attualmente previsto durante il picco di forniture invernali.

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