Ah, Svetlana! Il gossip russo su Putin dentro ai Pandora Papers

Micol Flammini

O gli ha fatto girare la testa o è la più brava di tutte a tenerlo con il fiato sospeso. Il Cremlino smentisce la relazione, ma se fosse vera la Krivonogikh è la persona che ha puntato sul presidente giusto

O gli ha fatto girar la testa o è la più brava di tutte a tenerlo con il fiato sospeso, magari con qualche ricatto, più o meno sottile. Ah, Svetlana! Ormai nome chiacchieratissimo delle cronache russe. Cognome: Krivonogikh. Di lei si era parlato un anno fa, quando era comparsa la sua foto su tutte le testate internazionali, lei in pelliccia e occhiali da sole, a fianco la descrizione  di questa ennesima donna nascosta dal presidente e presunta madre di una figlia illegittima. Adesso il nome di Svetlana Krivonogikh è rispuntato tra i Pandora Papers, l’inchiesta del Consorzio internazionale dei giornalisti investigativi (Icij), pubblicato in Italia dall’Espresso, che ha svelato alcune operazioni condotte per conto di personalità più o meno importanti di tutto il mondo da parte di aziende con sede nei paradisi fiscali. Dalla cerchia del presidente russo appaiono lei; Petr Kolbin, amico di infanzia di Putin che ai tempi dell’Unione sovietica faceva il macellaio, e Konstantin Ernst, amministratore delegato della televisione russa. Ma è lei, è Svetlana Krivonogikh la più interessante. 

A novembre dello scorso anno il sito d’inchiesta russo Proekt aveva pubblicato un lungo lavoro in cui presentava ai russi questa donna che il presidente avrebbe conosciuto quando, a dirla tutta, era ancora sposato con la sua prima e unica moglie Ljudmila, first lady post sovietica uscita di scena senza trambusto. Negli anni Novanta, Svetlana era ancora una studentessa, i suoi amici hanno raccontato che faceva la donna delle pulizie per pagarsi gli studi a San Pietroburgo, quando avrebbe conosciuto il futuro presidente della Federazione russa. Lo scandalo non sta certo nell’infedeltà del presidente, ma nella ricchezza improvvisa di Svetlana che nel 2001, dopo essersi laureata in Economia e dopo l’arrivo di Putin al Cremlino, si è ritrovata a possedere miliardi di rubli in azioni della banca Rossija, oggi sotto sanzioni, e una serie di appartamenti a Mosca, San Pietroburgo e Sochi per un valore di 1,1 miliardo di rubli, circa 12 milioni di euro. I suoi ex compagni di corso che hanno parlato con Proekt hanno detto di ricordare il suo nome ma di non averla mai vista in classe e neppure alla cerimonia di laurea. Maldicenza o realtà poco importa, il punto è che dopo la laurea Svetlana si trasferisce in una delle zone più ambite di San Pietroburgo. La sua ascesa procede con quella  Putin, lui diventa presidente e lei si libera della vita di prima. Qualche anno dopo, nel 2003, nasce sua figlia Elizaveta. Nei documenti visionati da Proekt, non compare il nome del padre, ma il patronimico della ragazza sarebbe Vladimirovna, quindi il padre, chiunque egli sia, dovrebbe chiamarsi Vladimir, come il presidente. I media russi si sono affrettati a fare test di riconoscimento facciale dalla dubbia efficacia, ma prove non ce ne sono. La ragazza si diletta come dj e una volta in una camera di Clubhouse venne incastrata dalla domanda: sei davvero figlia di Putin? Se ne andò.

 

La ricchezza di Svetlana Krivonogikh sembra ormai essere un dato. Oltre alle azioni, agli appartamenti, alle  quote di società importanti, sarebbe proprietaria di uno dei più lussuosi  impianti sciistici del paese, il resort di Igora, in cui si è sposata una figlia di Putin, legittima. E dall’ultima inchiesta, quella dei Pandora Papers, è venuto fuori che Svetlana nel 2003, anno in cui è nata sua figlia, avrebbe acquistato un appartamento a Monaco.  

Svetlana è la macchia forse più visibile di una vita che il presidente vuole mostrare come dedita solo alla Russia e allo sport. E’ la passione mai dimenticata oppure la donna che ha puntato sul presidente giusto, quando ancora timido, ancora schivo, ancora impacciato, nessuno sapeva che Putin, burocrate forse un po’ fedifrago ma non di certo personaggio di spicco, sarebbe diventato presidente della Russia. All’epoca neppure lui, Putin, sapeva quanto gli sarebbe potuto costare un segreto.  
 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.