Carl Recine/Pool Photo via AP

Chi è Carrie Symonds, la regina di Boris johnson

Valeria Montebello

Si dice sia capricciosa e manipolatrice, ma è solo una Millennial. Ritratto della moglie del primo ministro inglese

Boris la guarda assente, con faccia ebete, come se gli avessero appena fatto l’elettroshock. Sono in montagna, sulle Highlands scozzesi, scarpe da trekking e camicia a quadri da boscaiolo grunge, un marsupio con dentro il loro bebè Wilfred. Carrie ha una minigonna a fiori (in montagna?) e il cane in braccio. Boris arranca, mani sui fianchi, occhi accartocciati, nemmeno un paio di occhiali da sole, tipico di chi pensa “dai, durerà poco, non dovrò stare in montagna tutto il giorno” oppure tipico di chi non va a scalare ma si ritrova a stare insieme a qualcuno che vuole tanto fare passeggiate in montagna e allora prima dici “no, non è il mio genere”, poi dici “ho da fare, devo andare a dare da mangiare ai poveri”, poi dopo tutte le scuse possibili non puoi fare a meno di dire “ok, ma solo un’oretta”. Ecco, quell’oretta è stata la tua fine, Boris.

 

L’amore ti cambia, ti spezza e ti rimonta. E questo, dicono, è il bello. L’ultimo conservatore colto e interessante d’Europa sta crollando a suon di cibo vegano e pet therapy. Mentre Carrie, la sua compagna, non cambia, resta uguale, prospera e si riproduce. Prima Wilfred, ora è di nuovo incinta, dopo aver subito un aborto molto sofferto. Cambiare i connotati all’uomo più potente del tuo paese è una sfida difficile. Anche se poi non è davvero così, anche se Boris sotto sotto storce il naso e di nascosto si mangia hamburger di cervo appena cacciato, il fatto che gli altri lo pensino è già un fatto, una notizia.

 

E’ un fatto che a lei piaccia il trekking e che ora tocca farlo anche a Boris come quei sessantenni mossi da forza d’animo potenzialmente assassina che vogliono mostrare di avere ancora l’antica forza muscolare, di riuscire a superare i propri limiti biologici. Nel 2016 Carrie ha fatto 30 chilometri in montagna con shorts a pois, l’ho visto sul suo profilo Instagram. Ha un profilo privato con poco più di 5.000 follower che mostra in modo evidente, anche troppo, cosa le piace. Oltre alle scalate e al prosecco, infatti, ci sono molte foto di animali. Elefanti, gorilla, tigri, leopardi, balene, maiali, e lei che li tocca, li bacia, li abbraccia, li annusa.lA Carrie interessa la salvaguardia dell’ambiente come alla maggior parte delle ragazze della sua età e la sua passione sono gli animali. “Basta alla plastica che inquina gli oceani, lottiamo contro i cacciatori di frodo e chi uccide gli animali per farne trofei, sull’ambiente servono politici che si prendano enormi responsabilità!”, ha ululato a una conferenza.

 

Non c’è dubbio, Carrie è un’attivista. In questa coppia almeno una cosa conservatrice è rimasta intatta. Carrie e Boris si muovono dentro uno degli schemi più conservatori che ci siano, quello della donna che si mette con uno e gli fa cambiare le scarpe, la casa, le idee politiche, la vita. Carrie Symonds fa finta che l’uomo di potere sia Boris Johnson mentre lo spinge a dire cose come “ci sarà una rivoluzione industriale verde per il Regno Unito”. Non è brain wash, Boris non è un peluche nelle sue mani, la situazione è più complessa.

 

Carrie ha 33 anni, 23 meno di Boris e cinque in più di una dei suoi tanti figli (quanti? Non si sa, non lo sa nemmeno lui). Educata privatamente alla scuola Godolphin e Latymer, si è laureata in studi teatrali e storia dell’arte a Warwick. Voleva fare l’attrice ma l’audizione per una parte nel blockbuster di Keira Knightley Espiazione è andata male. Allora dopo un lavoro nel marketing si è impegnata nella campagna elettorale di Zac Goldsmith (ora ministro dell’ambiente). Carrie è anche quella che nel 2007, dopo aver rischiato di rimanere vittima di John Worboys, tassista londinese stupratore, fornisce una testimonianza chiave per la sua condanna, nonostante quest’ultimo conosca il suo indirizzo.

 

Bio che andrebbe bene su Instagram: attivista, coraggiosa e amante degli animali. Il vero protagonista della vita di Carrie, il ricettacolo del suo vero amore, incondizionato e puro, è il suo cane Dilyn. Fra le sue foto c’è Dilyn con un abitino bandiera Uk, con una bottiglia di champagne di plastica in bocca, con un papillon colorato, con addobbi natalizi al collo, il suo cane è il vero oggetto d’amore, c’è perfino una foto di lei che lo tiene in braccio a lavoro, davanti al pc, se lo porta in campagna, alle feste, in vacanza con gli amici, il cane guarda Boris in tv, il cane si fa un bagno nella vasca, indossa coccarde, posa accanto al suo ritratto. Sono arrivata al suo primo post su Instagram datato 2013 – dopo un lunghissimo scroll abbastanza tedioso, solo foto di cani gatti sorrisi e amici – e c’è una foto del suo cane del tempo. Questo significa che l’amore per i cani è reale.

 

Boris ha un po’ l’aria di un cagnolone bonario e pasticcione. Boris guarda il cane consapevole di venire dopo di lui. Ma gli va bene lo stesso. Carrie vuole la carta da parati dorata per Downing Street. E a Boris va bene. Carrie ha riarredato tutto il n.10 contro lo stile “dozzinale alla John Lewis (grandi magazzini inglesi) di Theresa May” e i costi hanno superato di gran lunga l’indennità di 30.000 sterline per i primi ministri. Costo finale per i materiali ecosostenibili: 100 mila sterline. Dominic Cummings ha definito la spesa “non etica, sciocca e forse illegale”. Ma a Boris va bene. L’influenza di Symonds è di gran lunga maggiore dei mobili in palma rampicante. Non sopportava Dominic Cummings, l’architetto dei trionfi politici di Boris, e poco dopo Cummings lascia Downing Street con lo scatolone in mano. Carrie è contenta e porta dentro lo staff del Primo Ministro le sue amiche: una rivoluzione femminista, la rivoluzione delle Stiletto Girls. Boris, quello che ha sempre scelto collaboratori maschi, si ritroverà circondato da donne. E gli va bene così.

 

Bio che starebbe bene su Instagram: attivista, coraggiosa, amante degli animali, femminista e donna più potente del Regno Unito, come l’ha definita il Tatler con una cover dal titolo Carrie’s coup. Carrie vuole spargere il sale. Ha gelato tutta Downing Street e instillato dubbi sulla capacità del primo ministro di assumere o mantenere personale di alto livello a prescindere dall’influenza della sua compagna. In segno del livello di tensione, un ex collega ha dichiarato: “Il primo ministro ha perso tutti i suoi amici e aiutanti più stretti e fidati, e il motivo è lei”. E’ dipinta dalla stampa inglese come una regina capricciosa e manipolatrice alla corte di Boris le cui opinioni liberali sui diritti dei trans o sulle questioni ambientali gli costeranno posti. “Intossica praticamente ogni scenario in cui si trova”, dice un ex consigliere che ha lavorato a stretto contatto con lei. Boris saluta il maschio conservatore che era, saluta le grigliate che faceva rigorosamente in completo, con camicia e cravatta. Saluta la credibilità. Gli uomini conservatori di quel tipo sono rimasti pochi, merce rara, presto varranno più dei Bitcoin. BoJo era uno di loro e lo stiamo perdendo. Carrie la millennial lo ha messo in riga, imponendogli di curare maggiormente look e stile di vita. Ora è dimagrito e indossa completi equi e solidali, fra qualche mese suonerà l’ukulele e tirerà fuori la plastica dai sederi delle foche artiche.

 

Sono lontani i tempi in cui Boris non si sentiva in colpa. Sono lontani i tempi in cui a Oxford, da vero rappresentante delle elite che sanno il greco e il latino e non se ne vergognano, indossava il suo frac con calzini corti e scarpe lucide. Calzini corti sì, perché non gli interessava niente. E non aveva bisogno di dissimulare il suo potere mettendosi tute e Birkenstock. La coppia si è trasferita nella residenza ufficiale a Downing Street nel 2019 prima che il divorzio dalla sua seconda moglie con la quale ha 4 figli, Marina Wheeler, fosse completato. Si sono sposati in gran segreto. Anche gli stretti collaboratori di Johnson non sono stati informati prima della cerimonia. Carrie, da ardente eco-guerriera, ha deciso di affittare il suo abito da sposa e ha aggiunto – come se non bastasse – una ghirlanda di fiori in stile Glastonbury fra suoi capelli biondi. Carrie noleggia vestiti per sposarsi, per incontrare la regina a Balmoral, anche il suo outfit più memorabile, l’abito rosa Ghost che indossava quando è stata fotografata per la prima volta con il primo ministro, è stato acquistato da My Wardrobe HQ.

 

Lui con il completo tradizionale, quando ancora non era perso in qualche negozio di seconda mano, lei vestita come una ninfa dei boschi. Ogni scena è stonata. Lui in montagna sfinito, lui che arranca dietro di lei mentre fanno shopping, lui che si tocca la schiena mentre gioca con suo figlio, lui che ha sempre l’espressione di chi ha appena mangiato un limone intero. Lui che balla sudatissimo The Winner Takes It All degli Abba in mezzo agli amici ventenni e trentenni di Carrie. Boris perde acqua continuamente. Durante la campagna elettorale i vicini hanno registrato una lite tra lei e Johnson nel suo appartamento a sud di Londra e avevano consegnato la registrazione al Guardian. La coppia l’ha definito un litigio romantico, innescato da Boris il cagnolone pasticcione che ha rovesciato del vino rosso sul divano. Carrie urla: “Sei un viziato di merda! Non te ne importa nulla dei soldi, delle cose, di niente!”.

 

Boris sta sfidando se stesso. Boris sta espiando una colpa. Agli uomini di mezz’età succede. Incontrano una più giovane, lasciano la moglie per iniziare una nuova vita, si sposano di nuovo, fanno altri figli. Il secondo figlio è una prova che non è stato un errore, Boris vuole davvero cambiare. Non è un brutto sogno, Boris vuole una nuova vita fatta di arcobaleni e cannucce di bambù. Agli uomini di mezz’età succede anche di cambiare idea sulle cose, di diventare più influenzabili, di appassionarsi a problemi di cui prima non avevano idea. Immagino Boris e Carrie seduti sul divano a guardare una serie tv e a litigare perché lui non capisce i diritti della comunità Lgbtq+. Il dramma, la tragedia. Avere una moglie millennial significa anche questo. Sceglie lei e lui la segue come un vero cucciolone. Anche per il battesimo del figlio: con rito cattolico, nonostante Boris si sia riconvertito alla Chiesa anglicana anni fa.

 

L’hanno definita Lady Macbeth, Anna Bolena, Miss Machiavelli, Principessa pazza (Nut Nut), dittatrice in pantaloni di pelle ecologica. Va bene, tanto i simboli sono disponibili a lasciarsi usare, nulla li tocca davvero, la storia va avanti e loro restano lì, pronti per indossare nuovi abiti. In un racconto di Hoffmann che si chiama Il Vampiro un conte si sposa con una donna che non mangia carne ed è sempre triste. Il medico non può farci niente e se ne va impotente come se la scienza non potesse niente contro quella forza. Una notte il marito resta sveglio e segue la moglie che esce di casa e va al cimitero. Lì insieme ad altre donne smembra e divora un cadavere. Non vuole mangiare carne animale ma vuole dilaniare carne umana. Un po’ come Carrie. Lei è l’ordine nuovo che, travestita da giovane donna conservatrice, vuole entrare nel cuore del potere e sovvertirlo. Carrie vuole spargere sale, sale sulle ferite.

 

Certe donne stanno bene così, hanno un lavoro e un compagno, un figlio, due figli, il lavoro continua ad andare bene perché siamo nel 2021, il marito resta lì, siete anche ricchi, avete due case, due cani, tanti amici con cui fare cene e parlare di politica e pannolini, fate perfino sesso una volta a settimana, magari qualche amante sparso nel tempo. Certe donne invece vogliono di più, spargono sale e configurano un nuovo equilibrio. E’ rabbia accumulata nei secoli? La rabbia di non poter arrivare al potere in modo diretto, immediato? Rabbia che non ti fa bastare niente e allora devi combattere. Una rabbia che non capisci nemmeno ma che ti muove, ti governa. Sotto a quel sorriso stampato, quelle fossette e quel biondo miele c’è una rabbia da animale feroce, che scorre e crea nuove alleanze e nuovi mondi. E’ diabolica, però ha le tette sode? No, non ha nemmeno le tette sode ma Boris, come gli altri, non può fare altro che obbedire, espiare questa colpa secolare, piegarsi a questa volontà, a questo tempo, e ritrovarsi a essere solo un buffo cucciolo pasticcione.

 

 

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