Biden spiega che cosa succede alla Russia se Putin tenta altre operazioni ostili

Daniele Raineri

Dagli attacchi informatici alle interferenze dei servizi segreti di Mosca nelle elezioni, il presidente americano prova a fissare nuove regole con la Russia. Gli accordi si baseranno sulla convenienza reciproca, non sulla fiducia. Fra sei mesi ci sarà una verifica

E le conseguenze? Le conseguenze se Putin lo fa di nuovo? Ieri i giornalisti americani volevano sapere questo dal presidente Joe Biden, al termine del vertice con il presidente russo Vladimir Putin sul lago di Ginevra, nella conferenza stampa piazzata in modo strategico un’ora dopo quella del russo in modo da correggere, in caso di emergenza, la narrazione di quello che era successo dietro le porte chiuse di villa La Grange. Cosa succede se i russi ci aggrediscono ancora, quale sarà la punizione, era il motivo conduttore delle domande. Biden ha premesso che il tono di tutto l’incontro è stato “buono e positivo”, tanto per non guastare il clima di cooperazione. Poi ha detto che per quanto riguarda gli attacchi informatici ha consegnato a Putin una lista di sedici settori che dovrebbero essere off limits, nel senso che dovrebbero essere sempre risparmiati dagli attacchi – tra questi ha citato energia e rifornimento di acqua. Ha aggiunto che squadre di esperti americani e russi si consulteranno. Qualche anno fa poteva sembrare una questione marginale, ma gli attacchi e le violazioni da parte di russi nei sistemi informatici americani sono un rischio altissimo. Una volta i summit trattavano di armi nucleari, ora di attacchi cyber, riassumeva bene due giorni fa il titolo di un intervento sul New York Times. Biden ha detto che, in caso di violazioni, “abbiamo capacità cyber significative. Significative. E lui lo sa. Ci saranno risposte in caso di violazioni”. E’ una minaccia di ritorsione. “Come ti sentiresti se gli hacker bloccassero un tuo oleodotto?”, ha chiesto a Putin – e si riferiva al caso recente della Colonial Pipeline negli Stati Uniti.

   

Per quel che riguarda le interferenze dell’intelligence russa nelle elezioni americane, dimostrate al di là di ogni possibile dubbio, Biden ha detto che le conseguenze in caso di nuovi tentativi non arriveranno soltanto dall’America ma da tutti e ha proseguito con una spiegazione vaga sullo standing internazionale – il valore che misura quanto un paese è considerato, apprezzato e temuto dagli altri – che scenderebbe se la Russia continuasse a comportarsi male. Quando gli hanno chiesto del rischio di una nuova Guerra fredda, il presidente americano ha detto che la Russia ha migliaia di chilometri di confine in comune con la Cina, una potenza che gode dell’accelerazione economica più forte del pianeta, e quindi non ha interesse a una guerra fredda con gli Stati Uniti. Come dire: Putin ha un problema più urgente e non siamo noi. Poi ha definito “ridicolo” il paragone tra i dissidenti russi arrestati e in pericolo di vita e gli americani che il 6 gennaio hanno fatto irruzione al Congresso: questi ultimi erano “criminali” in una situazione molto diversa da chi in Russia marcia nelle strade e chiede di avere libertà di espressione. Una valutazione delle richieste e degli accordi di questo summit sarà fatta entro sei mesi, ha detto Biden, che è un termine ravvicinato e crea aspettative. Cosa la fa sentire così fiducioso, gli ha gridato una giornalista, mentre lui andava via dal palco in camicia dopo avere indossato gli Aviator (ne ha regalato un paio a Putin). E’ tornato indietro: nessuno ha parlato di fiducia, qui non si tratta di fiducia, si tratta di “interesse personale” e di “verifica dell’interesse personale”. I russi e gli americani otterranno risultati assieme perché conviene a entrambi, non perché si fidano. 


“Biden è costruttivo, equilibrato, come mi aspettavo, e ha molta esperienza. Ha parlato della sua famiglia. Ha parlato di quello che gli diceva sua mamma… è una cosa che prova quanto tenga ai valori morali”. Così ieri Putin ha fatto una valutazione del presidente Biden davanti ai giornalisti, subito dopo la fine del vertice. “Che cosa avete visto a vicenda nei vostri occhi?”, gli hanno chiesto. “Nessuna illusione. Non ci sono nuove illusioni”. Il primo incontro personale tra Biden, da presidente, e Putin è andato secondo questo schema: tenersi bassi, niente aspettative, lavorare su quello che può funzionare, evitare la tensione. Forse anche per questo il vertice che poteva durare fino a cinque ore secondo il programma è invece durato appena più di tre ore. Ma più che le questioni pratiche da risolvere contava lo scopo finale dell’incontro, che era quello di trasformare una relazione tra avversari piena di disprezzo in una relazione tra avversari con il beneficio del rispetto. E infatti Putin ha annunciato come prima misura pratica il ritorno reciproco dei rispettivi ambasciatori nelle loro sedi a Washington e a Mosca, lasciate vuote in questo periodo per interminabili “consultazioni” in patria. 

 

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)