Dirottare un volo di linea è grave. E no, Ryanair non ha colpe 

Andrea Giuricin

Forzare l’atterraggio di un aereo è una scelta molto forte e davvero rara nella storia dell’aviazione civile, ma di fronte a due caccia militari bielorussi il comandante non aveva altra scelta 

Il dirottamento di stato del volo Ryanair partito da Atene e diretto a Vilnius da parte del governo di Minsk è un fatto gravissimo e inaccettabile, tanto più che tale atto è servito ad arrestare un opponente politico del regime di Lukashenka, Roman Protasevich. Il giornalista, ex direttore del canale giornalistico “Nexta”, è stato uno dei punti di riferimento dell’opposizione nei mesi delle proteste avvenute in seguito all’elezioni contestate in Bielorussia per la quale l’Unione europea ha già attuato delle sanzioni.
La dinamica non è ancora del tutto certa, ma l’aereo stava sorvolando lo spazio aereo bielorusso quando è arrivata la segnalazione di un possibile rischio a bordo da parte del controllore dello spazio aereo bielorusso, il quale ha chiesto al capitano del volo di deviare verso Minsk per effettuare dei controlli di sicurezza. Sembrerebbe, ma la dinamica non è ancora chiarissima, che il capitano abbia continuato in direzione da Vilnius, aeroporto più vicino e che, per questa motivazione, il governo bielorusso abbia deciso di mandare dei caccia MiG-29 per “scortare” il volo verso Minsk e forzarne l’atterraggio. Una ricostruzione più accurata dovrà essere fatta al più presto, ma è già evidente che l’utilizzo di caccia militari per dirottare un volo civile europeo è un fatto  più unico che raro nella storia dell’aviazione.


Ci si chiede se Ryanair, la compagnia aerea, non sia in parte responsabile della sorte del dissidente bielorusso per aver assecondato le richieste del regime. In realtà l’arrivo dei MiG-29 non ha lasciato possibilità al capitano del volo di Ryanair di fare scelte diverse, anche perché di fronte a un aereo militare c’era il serio rischio di mettere in pericolo la vita di tutti i  179 passeggeri a bordo del Boeing 737-800. Allo stato dei fatti, sembra dunque impossibile poter attribuire una qualunque responsabilità alla compagnia aerea, dato che il pilota si è trovato davvero di fronte a una situazione estremamente pericolosa per l’incolumità di tutti. Con gli elementi attualmente a nostra conoscenza, la scelta del capitano del volo Atene-Vilnius sembra essere stata quella corretta. Forzare l’atterraggio di un aereo civile è una scelta molto forte e davvero rara nella storia dell’aviazione civile. Non a caso sia l’Unione europea che gli Stati Uniti hanno levato immediatamente le proteste e, molto probabilmente, presto verranno imposte nuove sanzioni al regime.

 

L’unico dubbio è legato alla lentezza della reazione della stessa Commissione europea e dei diversi stati europei che, una volta accaduto il fatto, non solo non sono riusciti a prendere decisioni rapide, ma hanno anche rilasciato dei tweet improbabili. In particolare, l’attenzione è stata rivolta al tweet del Commissario ai trasporti Adina Valean che ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che l’aereo fosse ripartito, senza accorgersi che cinque passeggeri erano stati obbligati a scendere dall’aereo.


Senza entrare nel dettaglio delle scelte del regime di Lukashenka, della gravità dell’atto di far sollevare in volo dei caccia per dirottare un volo civile europeo per fare arrestare un dissidente politico, il vero punto interrogativo è come sia stato possibile che un tale atto possa essere stato effettuato da uno stato terzo, mentre un volo stava sorvolando il suo spazio aereo. Tale atto ha delle conseguenza davvero imprevedibili e mette un’incertezza enorme al settore aereo. Così facendo, nessun volo è più sicuro di poter volare su stati potenzialmente rischiosi, poiché il rischio di dirottamento potrebbe colpire qualunque “dissidente” politico. Da un punto di vista del settore aereo, la decisione del governo di Lukashenka va contro qualunque legislazione del trasporto aereo internazionale e mette anche in seria difficoltà un settore che già è stato colpito dalla più grave crisi di sempre per causa della pandemia del Covid-19.


Al di fuori delle sanzioni che verranno prese, l’atto ostile del regime bielorusso non è dunque solo verso i dissidenti politici, verso l’Unione europea, ma anche verso tutto il trasporto aereo internazionale che ha perso ieri molte certezze.

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