Putin richiama le truppe dall'Ucraina. Navalny viene visitato da medici indipendenti

Due buone notizie che però vanno tenute sotto osservazione attenta. Nel Donbass continua la guerra e l'oppositore dopo le cure tornerà in una colonia penale

Micol Flammini

Il ministero della Difesa russo ha annunciato che le esercitazioni al confine sud occidentale sono terminate ed è tempo di tornare alla base. Un passo indietro inedito che è avvenuto assieme a un altro annuncio inaspettato: l'oppositore è stato portato in un ospedale civile

Roma. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che le esercitazioni al confine con l’Ucraina sono finite e quindi le truppe da oggi dovranno iniziare a tornare alle loro basi. Nelle ultime settimane Mosca ha ammassato una grande quantità di soldati, il numero va dagli ottantamila ai centodiecimila soldati, lungo la frontiera con la regione del Donbass, quella in cui dal 2014 va avanti la guerra tra le truppe separatiste filorusse e l'esercito regolare ucraino. La regione fa parte dell’Ucraina e dopo aver visto l’annessione illegittima della Crimea era forte il timore che la Russia stesse pensando a un’operazione simile. Kiev e gli Stati Uniti, che hanno aumentato gli aiuti militari all’Ucraina temevano il peggio, ma per il momento sembra che Mosca abbia deciso di fare un inedito passo indietro o forse ha solo concluso una ben riuscita operazione di intimidazione. Se il ritiro avverrà davvero, il comunicato del ministero parla soltanto di mezzi di terra e di aria e non menziona le navi, è avvenuto assieme ad un altro passo indietro altrettanto inedito: Alexei Navalny è stato portato nell’ospedale di Vladimir ed è stato visitato da medici civili e indipendenti, come chiedeva. Anche questa è una notizia ottima e un cedimento da osservare. Dopo aver annunciato che sarà lui a stabilire dov’è la linea rossa con le potenze internazionali, Vladimir Putin fa due gesti di apertura importanti e  inaspettati nel momento in cui le relazioni tra Russia e occidente sembravano destinate a diventare sempre più tese. Questi cambiamenti però bisogna continuare a osservarli, perché in Ucraina, nonostante il ritiro annunciato, la guerra va avanti e la Russia rimane in prima fila, fornisce uomini e armi. E Navalny, dopo le cure tornerà in una colonia penale durissima, famosa per le violenze. 

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  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.