Un passeggero attende il suo volo all'aeroporto di Pechino (foto LaPresse)

La Cina contro gli stranieri

Redazione

Via gli occidentali dai negozi. E’ la campagna anti untore del regime di Pechino

Il 26 marzo scorso la Cina ha chiuso l’ingresso a tutti i cittadini stranieri sul suo territorio e ha messo a terra quasi tutti i voli intercontinentali, limitandoli a uno a settimana. La seconda ondata di contagi che arriva da altri paesi fa paura, rischia di accendere nuovi focolai di virus, e la Cina è stato il primo paese a prendere misure estreme in questo senso. Anche se, come dimostrano i dati, non tutti i nuovi contagi sono “trasportati” dagli stranieri ma anche dai cittadini cinesi che rientrano dall’estero. Il problema però è che sul territorio cinese da qualche giorno si assiste a una insofferenza nei confronti degli occidentali che potrebbe sembrare, come scriveva il Financial Times, un po’ uno specchio degli episodi di razzismo contro gli asiatici che abbiamo visto in Europa e in America all’inizio dell’epidemia. Potrebbe sembrare, perché non lo è. E’ in corso una specie di campagna anti untore straniero che arriva dall’alto. Il China Daily ieri ha pubblicato un editoriale raccontando un episodio avvenuto nel distretto di Yanta, dove “uno straniero” si sarebbe rifiutato di indossare una mascherina e avrebbe aggredito le autorità di controllo contando sul suo status “sovranazionale”, come se gli stranieri si sentissero di avere più diritti dei cittadini cinesi: “Ma chiunque infranga la legge in Cina non resta impunito”.

 

Online circolano varie testimonianze di cittadini non-cinesi a cui è bloccato l’ingresso negli edifici e nei negozi, anche quelli che per esempio vendono le mascherine. In varie province, in varie città. Alcuni locali e bar mettono cartelli con su scritto: se accettiamo clienti stranieri poi siamo costretti a chiudere. Qualcuno racconta di essere stato fatto scendere da un autobus. Non si sa da dove arrivi questa direttiva di escludere gli stranieri dai luoghi pubblici – se dal governo centrale o dalle autorità locali – ma è un segnale evidente della doppia morale cinese. Agli episodi di razzismo contro i cinesi in Italia, avevamo risposto (in modo forse un po’ spericolato, col senno di poi) con “abbraccia un cinese”. Oggi è la Cina globalizzata e responsabile che se la prende con gli occidentali.

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