Vladimir Putin (LaPresse)

La rete di Putin nel Regno Unito

Gregorio Sorgi

La testimonianza di Bill Browder svela le connessioni del Cremlino con Tory e Labour. Intanto lo zar Vlad si fa presidente a vita

Londra. Poche ore prima che in Russia la Duma approvasse un nuovo emendamento costituzionale per permettere a Vladimir Putin di rimanere presidente oltre lo scadere del suo ultimo mandato nel 2024, il finanziere americano Bill Browder accusava il governo russo di essersi infiltrato nell’establishment britannico facendo affidamento su alcuni emissari. Gli agenti di Mosca avrebbero costruito una rete di rapporti con politici, diplomatici e consulenti britannici al fine di tutelare gli interessi del governo russo in occidente. Il Guardian ha pubblicato la testimonianza di 14 pagine che Browder, un nemico giurato di Vladimir Putin, ha consegnato alla commissione parlamentare incaricata di indagare le interferenze della Russia nel processo elettorale britannico. Il rapporto redatto dalla commissione lo scorso novembre non è stato ancora reso pubblico da Boris Johnson. Il premier non ha voluto divulgare il testo prima delle elezioni del 12 dicembre, giustificando che le informazioni avrebbero potuto compromettere la sicurezza nazionale. Il governo ha successivamente annunciato di volere rendere pubblico il rapporto appena verranno nominati i nuovi membri della commissione parlamentare. 

  

 

Browder sostiene che il lavoro dell’intelligence russa in occidente presenti alcuni elementi di novità. “Ci sono membri dei servizi segreti russi che lavorano sotto copertura e al di fuori dell’ambasciata...”, ha detto Browder al Guardian. Gli emissari del Cremlino usano i canali ufficiali come copertura “per svolgere delle funzioni criminali all’estero”. Secondo Browder c’è stata “una fusione tra lo stato russo e la criminalità organizzata”, dato che i fondi pubblici vengono elargiti agli uomini vicini al governo e usati per finanziare operazioni illecite. 

 

 

Inoltre, gli agenti russi sottocopertura in Gran Bretagna hanno creato “una rete di spionaggio informale” che raccoglie informazioni e tenta di indebolire gli oppositori del governo di Mosca. “E’ scioccante che la Russia abbia reclutato indirettamente alcuni cittadini britannici per ricevere un aiuto nelle operazioni di intelligence”, ha aggiunto Browder. Secondo il testimone, Mosca utilizza le sue reclute in occidente per fare propaganda, riciclare denaro e diffondere informazioni false sugli oppositori del governo.

  

 

Il finanziere americano sostiene di essere perseguitato da Vladimir Putin, che lo ha fatto espellere dalla Russia nel 2005 per avere preteso trasparenza da alcune aziende vicine al governo. Browder è stato successivamente condannato in contumacia per bancarotta ed evasione fiscale, ed è diventato uno dei più duri oppositori di Putin. La Russia avrebbe usato la sua rete di infiltrati in occidente contro di lui. Nel 2009 Browder convinse le autorità americane a espellere e requisire i beni dei funzionari russi coinvolti nell’omicidio di Sergei Magnitsky, l’avvocato russo morto in carcere dopo aver indagato su alcuni abusi e frodi commessi da personaggi vicini al governo. Browder si è battuto affinché la stessa legislazione venisse applicata anche in Canada e nell’Unione europea, suscitando le ire del Cremlino. 

  

La Russia ha utilizzato la sua tela di rapporti in Gran Bretagna per gettare discredito sulla campagna di Browder e svolgere attività di lobbying sulle autorità britanniche. Andrey Pavlov, uno dei funzionari russi coinvolti nel caso Magnitsky, si è rivolto all’avvocato Lord Peter Goldsmith, già consulente legale del governo Blair, per essere esentato dalle sanzioni previste dall’Unione europea. Secondo Browder, il fatto che un avvocato di fama come Goldsmith abbia accettato di difendere Pavlov mostra una certa connivenza da parte dell’establishment britannico nei confronti della Russia. Browder sostiene che Pavlov si sia rivolto anche ad Andrew Fulton, un ex diplomatico britannico che svolge attività di consulenza, e all’azienda di comunicazione guidata da Lynton Crosby, lo stratega delle campagne elettorali del Partito conservatore.