Sebastian Kurz (foto LaPresse)

L'Austria non ha fretta

Redazione

L’accordo tra popolari di Kurz e Verdi per un governo che vuole essere stabile

Ormai nel fare i governi si ragiona per colori, non tutti stanno bene insieme e in Austria c’è un nuovo esperimento, anche ardito in fatto di accostamenti, che prevede che il verde dei Grünen si unisca al turchese dei popolari del cancelliere Sebastian Kurz. Sembrava improbabile, quasi assurdo che un partito che fino a maggio aveva governato con il nero dell’Fpö, il partito di estrema destra, potesse all’improvviso convertirsi alle politiche dei verdi. Non si tratta infatti di comprensione, ma di arte del compromesso, di studio e di saper trovare i punti in comune. Per scovare le convergenze e abbandonare le divergenze Kurz e i Verdi si sono dati del tempo, dopo le elezioni del 29 settembre, in cui i popolari del Övp avevano ottenuto il 37 per cento dei voti, il loro leader si è fermato a valutare ogni possibilità.

 

Ha tenuto trattative con tutti, senza fretta, senza l’ansia di assumere al più presto il ruolo di cancelliere che aveva perso per un voto di sfiducia poco dopo le elezioni europee. L’importante non era infatti iniziare a governare il prima possibile, ma farlo il più a lungo possibile in modo da garantire stabilità alla nazione. Non chiedeteci la fretta, ha ripetuto più volte Kurz in conferenza stampa, partiremo soltanto quando saremo sicuri di poterlo fare. E per costituire un governo solido ci è voluto del tempo: tre mesi. Adesso popolari e Verdi sono pronti a partire, dopo aver discusso ed esaminato un programma in cinque punti, dopo aver discusso di clima, di economia, di Europa, di immigrazione, hanno detto agli austriaci che questo nuovo governo turchese e verde si farà, lasciamo passare l’ultimo dell’anno. Non era facile trovare i punti di unione e far sbocciare una relazione di compromesso che sapesse così tanto di affidabilità, eppure Sebastian Kurz e il leader dei Verdi, Werner Kogler, hanno buone speranze. E’ già iniziato lo scambio dei ministeri, dice Politico, ai Verdi Infrastrutture, Giustizia, Sanità e Cultura. Ai popolari Esteri, Interno, Difesa, Economia, Istruzione e Politiche agricole.

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