Foto tratta dal profilo Instagram beppe_grillo_

Grillo vola in Giappone a spiegare la democrazia diretta. Ma chi l'ha invitato?

Giulia Pompili

Il comico è volato in Giappone per partecipare a una conferenza organizzata dalla “Future Democracy”, ma a Tokyo nessuno sa chi ci sia dietro a questa fondazione

Roma. Primo errore grossolano: presentarsi in Giappone con una mascherina di tessuto, di quelle proprio da due lire, e pubblicare la propria foto su Instagram con la didascalia: “Aria di Tokyo”. Si comporta come un parvenue, un novellino di viaggi intercontinentali, ma Beppe Grillo dovrebbe sapere bene che la capitale del Giappone, rispetto ad altre megalopoli asiatiche, ha un’aria molto più che respirabile. Fossimo in America l’avrebbero già accusato di appropriazione culturale. Perché in Giappone le mascherine si indossano per educazione, prima di tutto: è una consuetudine che viene dal passato, quando la densità abitativa rendeva facilissima la diffusione di virus per via aerea. E così anche oggi al primo sintomo di un raffreddore ci si copre naso e bocca, per evitare di salire su un treno nell’ora di punta e far la parte dell’untore. Insomma le mascherine a Tokyo non hanno niente a che vedere con quelle con i filtri che sono d’obbligo a Seul, di tanto in tanto (vedi articolo qui sotto), per proteggersi dalle polveri sottili. Ma Beppe Grillo fa il comico, e quindi a partire dalle sue stories su Instagram tutto è fatto per prendere in giro i poveri giapponesi che entrano in ascensore, oppure il povero funzionario che al “centro per il trattamento delle acque reflue” tiene una serissima lezione privata a Grillo, che fa sì con la testa quando il suo interprete – uno degli yamatologi italiani più autorevoli in circolazione, Diego Martina – parla in un giapponese impeccabile.

 

Il comico è in tour in Giappone, o meglio, è volato in Giappone per partecipare a una conferenza che si è tenuta ieri davanti a un centinaio di persone in una delle sale conferenza della Camera dei consiglieri giapponesi, la Camera Alta della Dieta. Per l’occasione ha adattato pure il sacro blog, trasformandolo nel sito di un ristorante giapponese, con l’onda di Hokusai sullo sfondo e la bandiera del sole nascente – quella imperiale, con i raggi, che è in disuso dalla fine della Seconda guerra mondiale e ogni volta che la vedono a Pechino o a Seul si crea una crisi diplomatica. E’ andato a parlare della “rivoluzione antropologica, più che politica”, che ha compiuto il Movimento cinque stelle in Italia: “Perché noi abbiamo cambiato le persone”. E’ difficile immaginare cosa abbiano capito i giapponesi – cioè un paese tra i più produttivi del mondo – che tipo di rivoluzione porti la decrescita felice oppure il reddito di cittadinanza. Del resto, durante la sua “lecture”, Grillo si è tenuto abbastanza basso, raccontando “l’incontro di un comico con un manager” e i primi meet-up, “abbiamo iniziato a far parlare le persone informandole sull’economia, sull’energia, sui rifiuti, sulla propria città. […] Questa intelligenza collettiva ha formato dei programmi politici”.

 

La parte dell’attivismo è quella più interessante, per i giapponesi, che vivono per ottimizzare la macchina sociale, ma è davvero difficile, nel panorama politico giapponese, pensare a chi possa essere interessato a un modello come quello dei Cinque stelle: oltre al disinteresse per la politica, qualche movimento populista in passato si è perfino affacciato, per esempio con la governatrice di Tokyo Yuriko Koike, che però alle elezioni nazionali è stata un fallimento. A ben guardare, la cosa più interessante del breve viaggio di Grillo a Tokyo riguarda l’organizzazione di questa conferenza: la fondazione che l’ha promossa risulta la “Future Democracy”, ma sul suo sito web c’è solo un evento in programma: quello di Beppe Grillo. Il dominio risulta sottoposto al regime di privacy, e quindi non è dichiarato il suo possessore, ma è stato registrato soltanto il 30 gennaio scorso e tutte le modifiche delle pagine risultano effettuate il 2 aprile. Varie fonti giapponesi, contattate dal Foglio, dicono di non sapere chi ci sia dietro a questa fondazione che, guarda caso, a giudicare dallo scarnissimo sito internet promuove soltanto due cose: il reddito di base e la democrazia diretta.

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.