Ubolratana Rajakanya in visita al padiglione thailandese di Hong Kong allestito per l'Entertainment Expo (foto LaPresse)

La principessa che vuole diventare primo ministro

Massimo Morello

In Thailandia, la candidatura della sorella maggiore del re è un colpo di teatro degno dei Borgia e cambia tutte le carte in tavola nelle prossime elezioni. Gli amori, i dolori e la storia da favola di Ubolratana Rajakanya

In poche immagini re Bhumibol Adulyadej, il venerato sovrano thai scomparso nel 2016, appare sorridente. Faceva parte del suo carisma, quello lo aveva trasformato agli occhi del popolo in un devaraja, un essere semidivino. Ma sorride nelle immagini in cui appare con la sua primogenita, la principessa Ubolratana Rajakanya Sirivadhana Varnavadi, sorella maggiore dell’attuale re Maha Vajiralongkorn.

 

A lei Sua Maestà aveva perdonato anche il matrimonio con un farang, uno straniero, un borghese americano, Peter Jensen. I più anziani ricordano la scena di quando lei tornò in patria nel 1980 e si prosternò di fronte al padre, che la fece alzare per abbracciarla.

 

Probabilmente Sua Maestà avrebbe perdonato anche la sua ultima scelta: quella di candidarsi alla carica di primo ministro nelle elezioni che si svolgeranno in Thailandia il prossimo 24 marzo. Una candidatura che per molti appartenenti all’ammart, l’aristocrazia thai, appare inopportuna (“sbalorditiva” è stato l’aggettivo più usato, per esprimere disappunto senza mancar di rispetto), poiché per tradizione i membri della famiglia reale non possono “contaminarsi” con la politica. Tanto più che la principessa è la candidata di un partito, il Thai Raksa Chart (il partito thai per la salvezza della nazione), che rappresenta le esigenze dei prai, il popolo. Anzi: le classi più povere, più semplici. Quelle che qualche anno fa componevano le “camicie rosse” del primo ministro Thaksin Shinawatra, deposto da un colpo di stato nel 2006. Il Thai Raksa Chart è infatti l’ennesima incarnazione del suo Thai Rak Thai, poi divenuto il Pheu Thai guidato da sua sorella Yingluck, eletta premier nel 2011 e deposta nel 2014 dal colpo di stato guidato dall’attuale primo ministro Prayut Chan-o-cha.

 

In questa trama degna di una delle lakorn, le soap opera tanto in voga in Thailandia, la principessa Ubolratana potrebbe ricoprire un ruolo da star, soppiantare nel cuore dei thai sua sorella minore Maha Chakri Sirindhorn, la “Phra Thep”, principessa angelo, che molti, pur senza osare dirlo, avrebbero voluto come regina.

 

A 67 anni la principessa Ubolratana mantiene intatto il suo fascino che ha dimostrato come attrice e cantante. Ma soprattutto è la sua vita che la definisce come un’eroina delle lakorn. Per la romantica storia d’amore che nel 1972 l’ha portata a rinunciare al titolo di Chao Fa, signora del cielo, che le spettava quale discendente del re. Per il suo prodigarsi in iniziative filantropiche in favore dei giovani, degli emarginati. Per quello speciale rapporto col padre che sicuramente le riserva un posto speciale nel cuore dei thai. Per la tragedia che ha segnato la sua vita: suo figlio è morto nello tsunami del 2004. Al tempo stesso ha tutte le caratteristiche per farla apprezzare dalla nuova classe urbana thailandese: ha studiato negli Stati Uniti (Matematica e Biochimica al Mit), offre un’immagine molto più moderna e “democratica” di ogni altro membro della famiglia reale (si è esibita con la girl band pop BNK), per la sua presenza nei social media (il suo profilo Instagram conta circa 100.000 followers).

 

 

 

Alla vigilia di elezioni il cui esito si presentava scontato, sia per le modifiche costituzionali che dovrebbero garantire il controllo del governo da parte degli ex-militari, sia per le divisioni dell’opposizione, sia per le difficoltà dei seguaci di Thaksin a presentare un candidato che godesse di largo favore popolare, la discesa in campo della Principessa ha avuto un effetto dirompente. Tanto da indurre il generale Prayut, che sino a quel momento sembrava voler dare segno di mantenersi al di sopra dello scontro elettorale (magari in attesa di un’acclamazione), ad annunciare la sua candidatura per il People's Reform Party. E far andare nel panico Paboon Nititawan, leader del partito, che ha chiesto di invalidare la candidatura della principessa in quanto contraria alla legge che vieta di utilizzare la monarchia nella campagna elettorale.

 

In uno scenario come quello thai dove l’analisti politica sembra spesso dettata da esoterismi e logiche quasi aliene, la candidatura della principessa appare sia un coup de théâtre sia una manovra degna dei Borgia. Non è un mistero, infatti, che la principessa abbia avuto legami con il clan Shinawatra, e la sua presenza rende improbabile il ripetersi di un’ennesima messa in stato d’accusa del partito da parte dei militari. Al tempo stesso la principessa Ubolratana potrebbe incarnare la riaffermazione della monarchia in un momento così difficile dopo la scomparsa di re Bhumibol. Tanto più se in occasione della cerimonia d’incoronazione, il prossimo maggio, suo fratello Vajiralongkorn le restituisse tutti i suoi titoli rendendola così intoccabile. E avviando la Thailandia sulla strada di una nuova democrazia di stampo asiatico. Il re, tuttavia, non sembra aver gradito la candidatura della sorella, che ha definito “estremamente inappropriata”. Un modo di dissociarsi che riafferma la volontà della monarchia di restare estranea alla politica, almeno in forma diretta. Ma in questo Game of Thrones è estremamente difficile prevedere che cosa riserverà la prossima puntata.  

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