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“La demografia spaventa, l'Europa frutto maturo per l'islam”, dice Schönborn

Giulio Meotti

In 30 anni, un terzo dei viennesi saranno musulmani. L'allarme del cardinale arcivescovo della capitale austriaca

Roma. Due anni fa, il cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn, non ci era andato leggero né con le parole né con la scelta della data (il decimo anniversario del discorso di Ratisbona e il 333esimo dell’assedio turco). Il più importante presule austriaco paventò la possibilità di “una conquista islamica dell’Europa”, definendola “il terzo tentativo islamico di conquistare l’Europa”. E ancora: “Molti musulmani lo sperano e dicono che l’Europa è ormai al capolinea”. E rimarcò quelle parole parlando col giornale dell’arcidiocesi di Vienna: “Gli islamici vorrebbero approfittare della nostra debolezza, ma non sono responsabili per la nostra debolezza. Siamo noi stessi europei”.

 

Adesso, in una lunga intervista a Der Standard, il cardinale torna a parlare di questo tema-tabù. L’intervistatore gli chiede se sarà possibile una relazione più “rilassata”, mite, con l’islam. Schönborn replica: “E’ più difficile. Anche per una semplice ragione: gli sviluppi demografici. Dai un’occhiata alle scuole viennesi e osserverai come gli sviluppi demografici dei bambini cristiani e dei bambini musulmani sono divergenti. Questo è un argomento serio. Non mancano voci islamiche che affermano che l’Europa è un frutto maturo per l’islam. Capisco che le persone si sentano minacciate, ma la soluzione non è il panico”.

 

“Tutti si rendono conto che non puoi semplicemente nascondere la testa nella sabbia”, aveva detto a Ncr Michael Prüller, portavoce dell’arcidiocesi di Vienna, nell’annunciare la “grande riorganizzazione”, cioè la riduzione delle attuali 660 parrocchie dell’arcidiocesi a 150. Nella scorsa conversazione pasquale con la stampa, il cardinale Schönborn aveva insistito sul fatto che “la chiesa del popolo non è morta”. Non solo il cattolicesimo è in drammatico declino a Vienna, ma è già stato sorpassato dall’islam come religione più praticata nelle scuole. Lo Stadtschulrat für Wien, la commissione per l’educazione della capitale austriaca, parla di 10.734 islamici nelle scuole medie e di 8.632 cattolici. La mezzaluna si avvia a diventare maggioranza anche alle superiori. Il 58 per cento dei bambini negli asili viennesi non parla tedesco come prima lingua.

 

Il quotidiano Krone Zeitung ha pubblicato i dati citati da Schönborn: “Nel 2046, un viennese su tre sarà musulmano”. Lo studio è condotto dall’Istituto per la Demografia presso l’Accademia austriaca delle Scienze di Vienna. L’ultimo simile censimento risaliva al 2001 e da allora le appartenenze religiose in Austria sono notevolmente cambiate: si è passati da tre quarti degli austriaci di fede cattolica a meno di due terzi. La percentuale di musulmani in Austria nel frattempo è raddoppiata. Gli studiosi immaginano più scenari futuri. I primi due sono ritenuti i più realistici. Nel caso di una “mobilità europea”, un numero maggiore di europei si trasferirà in Austria e aumenterà il numero di persone non religiose. Un quarto della popolazione austriaca sarà atea e la percentuale totale dei musulmani salirà al 14 per cento. I cattolici saranno meno della metà della popolazione nel 2046. Con una normale immigrazione proveniente dalla “diversità” africana e mediorientale, la percentuale di musulmani salirà al 17 per cento. E’ lo scenario più realistico. Nel caso invece di aumento drammatico dell’immigrazione, nel 2046 un austriaco su cinque professerà l’islam. Di certo, nella capitale un terzo della popolazione sarà musulmana entro trent’anni. La percentuale di cattolici sarà solo il 42 per cento nel paese e a Vienna scenderà al 22 per cento.

 

Impossibile prevedere quale di questi scenari si realizzerà. Ma di sicuro è tutto pronto per un bel funerale viennese, come si usava dire a fine impero.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.