Una protesta a Long Island City contro il nuovo quartier generale di Amazon (foto LaPresse)

L'arrivo sfavillante di Amazon a New York riapre la spaccatura nella sinistra americana

Daniele Raineri

“Non siamo stati eletti per fare i loro droni”, accusa la democratica Alexandria Ocasio-Cortez

New York. Amazon annuncia la creazione di un nuovo quartier generale a New York con migliaia di nuovi dipendenti e la notizia sta spaccando in due la sinistra americana. Se la spaccatura andrà avanti, l’arrivo di Amazon rischia di diventare il simbolo di una questione politica più generale, la grande divisione che attraversa i democratici, da una parte quelli istituzionali e moderati e dall’altra la nuova generazione che insiste su temi considerati radicali. La poca voglia di coesione si era già vista molto bene durante le primarie 2016, Bernie Sanders contro Hillary Clinton, ma poi sono arrivate le elezioni di metà mandato e l’euforia per i risultati buoni e insomma si soprassedeva e si tentava di evitare il confronto pubblico troppo presto.

 

Ricapitoliamo. Amazon ha fatto un’asta pubblica per decidere dove aprire i suoi prossimi centri e alla fine ha scelto Arlington in Virginia e Long Island, nel Queens, a New York. L’azienda promette di portare almeno venticinquemila posti di lavoro – e sono ben pagati, in media 150 mila dollari l’anno – in ciascuna città e in cambio riceverà incentivi. New York ha offerto ad Amazon un miliardo e mezzo di dollari in dieci anni in tasse che non dovranno essere pagate più tutta una serie di adeguamenti strutturali. L’azienda non ha scelto soltanto in base agli incentivi, altrimenti sarebbe potuta andare appena al di là del fiume nel New Jersey, dove le avevano offerto sette miliardi e mezzo di incentivi economici, ma anche sulla base di quanto un posto è attraente per i lavoratori di talento che vuole assumere. E qui nascono i problemi. Il sindaco Bill De Blasio e il governatore Andrew Cuomo, entrambi democratici, sono entusiasti e si sentono vincitori della competizione molto dura contro le altre città per convincere Amazon. Sostengono che l’arrivo di Amazon creerà nuovi posti di lavoro, direttamente e con l’indotto, e aumenterà molto il prestigio di una zona della città che da sempre è considerata vassalla di Manhattan. I dipendenti di Amazon spenderanno il loro reddito in città, faranno muovere l’ingranaggio dell’economia locale.

 

I democratici di base sono invece furenti perché pensano che l’accordo non sia stato equo. Alexandria Ocasio-Cortez, la ventinovenne appena eletta alla Camera dopo aver battuto a sorpresa un candidato democratico più vecchio e conosciuto alle primarie, dice: “Non siamo stati eletti per fare i droni di Amazon” (c’è da ammettere che questi slogan della sinistra dem suonano indubitabilmente freschi). “Amazon è un’azienda da miliardi di dollari. L’idea che riceverà centinaia di milioni di dollari in tasse risparmiate mentre la nostra metropolitana sta collassando e le nostre comunità hanno bisogno di più investimenti, e non di meno, è molto preoccupante per i residenti”. Un senatore dello Stato di New York eletto nel Queens, il democratico Michael Gianaris, sostiene che Amazon è la benvenuta “ma non si vede perché dobbiamo pagare un riscatto”. Ron Kim, un altro democratico dello stato di New York, dice che quei soldi andrebbero spesi meglio per pagare i debiti degli studenti e invece sono “un trasferimento di ricchezza pubblica a privati”. Il sindaco De Blasio risponde secco al telefono al New York Times: “Se vuoi far soldi devi spendere soldi”.

 

Gli abitanti del Queens si stanno organizzando in comitati di protesta, temono che il quartiere faccia la fine di Seattle o di San Francisco, dove l’arrivo dei dipendenti molto ben pagati delle aziende tech ha fatto salire i prezzi di tutto, a cominciare dagli affitti, e ha reso la vita impossibile a tutti gli altri. A giugno un sondaggio diceva che il 46 per cento dei residenti pensa di andare via molto presto. Oggi a San Francisco una famiglia da 117 mila dollari l’anno (103 mila euro) è considerata “a basso reddito”, a New York la soglia è 83 mila dollari l’anno (73 mila euro). C’è una differenza di 34 mila dollari l’anno – e non è che a New York la vita non sia già cara.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)