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Un gruppo di giovani deputati della Cdu vuole la rottura per il dopo Merkel

Andrea Affaticati

E' Friedrich Merz il favorito per la successione della Cancelliera alla guida del partito. "Abbiamo assolutamente bisogno di un rinnovamento" dicono i neoeletti cristianodemocratici

Milano. I sondaggi in Germania continuano a dare Friedrich Merz come il più probabile successore di Angela Merkel alla guida della Cdu. Lo segue con poco distacco la merkeliana Annegret Kramp-Karrenbauer, mentre Jens Spahn, attuale ministro per la Salute, perde sempre più terreno. Domenica sera, nel suo talk show, la conduttrice Anne Will chiedeva ad Andrea Nahles, leader dell’Spd per chi dei tre facesse il tifo. Al “no comment” diplomatico di Nahles, replicava l’ex capo dei Verdi Jürgen Trittin, il quale consigliava all’Spd di tifare per Merz. E questo perché l’ex antagonista di Merkel incarna una visione politica così radicalmente diversa da quella dei socialdemocratici da permettere finalmente all’Spd di uscire da cono d’ombra della Kanzlerin e del suo stile politico “predatorio”, capace di avocare a sé il merito di una serie di iniziative politiche partite dai socialdemocratici (salario minimo, adeguamento delle pensioni e via dicendo).

 

Che Merz possa incarnare la figura del politico di rottura con il passato, lo pensano, dopo un incontro con Merz tenutosi lo scorso giovedì, anche molti membri del cosiddetto Gruppo 17 dell’Unione, cioè i deputati, prevalentemente giovani, entrati l’anno scorso per la prima volta nel Bundestag. Un gruppo piuttosto agguerrito e per nulla disposto a farsi addomesticare dalla politica di Merkel. Un chiaro segnale, che Nikolas Löbel, 32 anni, ex capo regionale dell’organizzazione giovanile Junge Union del Baden-Württemberg e una delle figure emergenti tra i neodeputati, aveva spiegato così in un’intervista: “Abbiamo assolutamente bisogno di un rinnovamento. Il che non vuol dire solo facce nuove, ma anche un modo diverso, molto più deciso, di affrontare le questioni più urgenti, come sicurezza e migrazione”.

 

E’ stato Löbel a organizzare settimana scorsa l’incontro privato con Merz. All’incontro hanno partecipato una sessantina di neoeletti dell’Unione. L’incontro che non va però inteso già come aperto sostegno a Merz, precisa al Foglio Löbel. “Conosco bene Spahn e lo considero un grande talento politico. Conosco personalmente anche Kramp-Karrenbauer, mentre non avevo ancora incontrato di persona Merz. Questo è stato il motivo dell’incontro”. Il giudizio pare positivo. “Di Merz si dice che sia un hardliner” prosegue Löbel. “Non sono d’accordo. Penso che sia un politico di razza, capace di comunicare in modo chiaro e deciso, che vuole il ritorno a una politica basata su regole chiare e precise. Insomma l’esatto opposto della politica di Merkel fondata innanzitutto sul compromesso”. Non che il compromesso sia di per sé esecrabile, ma non può ridursi a unica strategia. “La politica deve, se è il caso, essere scomoda, perché il suo compito non è appiattirsi sugli umori dell’elettorato, deve invece indirizzare il paese”. Sempre in tema di una politica chiara e decisa Löbel attacca anche il corso poco chiaro di Merkel circa la politica europea. Per l’ala più conservatrice della Cdu e anche per Löbel l’accordo di Meseberg siglato in giugno tra Angela Merkel e il capo di stato francese Emmanuel Macron riguardo al processo di integrazione dell’Ue è una riduzione al minimo comune denominatore: “Io, e non solo, sono invece contrario a un’unione bancaria, a un’unione fiscale, a un sussidio di disoccupazione europeo”. A suo avviso il compito dell’Europa dovrebbe essere quello di garantire la pace, la sicurezza e regole di mercato. Mentre non dovrebbe immischiarsi nelle politiche nazionali della famiglia e dell’immigrazione.

 

Fino a non molto tempo fa si diceva che dietro a Merkel ci fosse il vuoto. I fatti sembrano smentire questa tesi. Certo ora sarà interessante vedere chi, a partire dall’8 dicembre, prenderà in mano il partito. E se il nuovo leader riuscirà da una parte ad avviare il rinnovamento, senza per questo far saltare la Grande coalizione. Stando ai sondaggi, i tedeschi non apprezzerebbero una fine anticipata della legislatura.

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