Propaganda pro Trump a reti unificate

Quasi 200 stazioni tv del gruppo Sinclair hanno fatto recitare ai giornalisti un messaggio identico contro le fake news. Un copione che ricalca le frequenti dichiarazioni del presidente secondo cui tutte le notizie negative sulla sua presidenza sono false

Redazione

Un messaggio a reti unificate, in quasi 200 stazioni televisive. Negli Stati Uniti, il gruppo Sinclair ha fatto recitare a centinaia di giornalisti un messaggio identico contro le fake news. Uno script che condanna quello che viene definito un trend spaventoso: "Siamo estremamente preoccupati dall'irresponsabile epidemia di notizie a senso unico nel nostro paese". Insomma un copione che ricalca le frequenti dichiarazioni del presidente Donald Trump secondo cui tutte le notizie negative sulla sua presidenza sono fake news. Il Sinclair Broadcast Group guidato da David Smith, miliardario vicino a Trump con una lunga storia di propaganda a favore del presidente, possiede appunto quasi 200 tv locali e sta cercando di espandersi ancora.

   

David Smith ha scritto in una e-mail al New York Magazine che "la carta stampata è così di sinistra da essere diventata una goccia insignificante, il che spiega perché quest'industria è destinata a svanire". Persino il magazine conservatore Weekly Standard si è voluto schierare contro l'amministrazione Trump e l'ha fatto in un editoriale dal titolo eloquente: "Cosa succederebbe se Trump fosse Obama e Sinclair fosse la CNN?". "Abbiamo le nostre critiche – scrive lo Standard – sul dominio non riconosciuto delle opinioni politiche liberali di sinistra in buona parte dei media americani, ma l'osservazione di Smith secondo cui i media mainstream sono 'gocce senza significato' e il suo commento sulla 'completa mancanza di integrità' in tutte le redazioni ci colpisce come una valutazione profondamente infelice".

  

Proprio l'inquilino della Casa Bianca è sceso in campo con una serie di tweet a difesa del discorso a reti unificate del gruppo Sinclair: "Il Fake News Network", ha tuonato il presidente contro CNN, NBC, ABC e CBS, "con la sua agenda malata si preoccupa della concorrenza del gruppo Sinclair. Hanno fatto dichiarazioni così disoneste che dovrebbero ottenere premi solo per la fiction". E ancora "Guarda un po', alla CNN con la sua audience in calo non puoi essere assunto se non sei dichiaratamente anti Trump! Il piccolo Jeff Zuker, il cui lavoro è in pericolo, non si sta divertendo molto ultimamente. Dovrebbero ripulire e rafforzare la CNN e tornare a fare giornalismo onesto!". Jeff Zucker (con la C), è il presidente di CNN Worldwide.

   

    

Ma le polemiche continuano a circolare anche grazie a questo video abilmente montato dal sito Deadspin, che fa toccare con mano come la "velina" sia stata recitata proprio identica da tutti i giornalisti coinvolti. Alcuni cronisti del gruppo Sinclair hanno rivelato dettagli del loro contratto spiegando che rischiano pesanti multe se non obbediscono o se si licenziano.

    

    

"Ancora una volta, falso", ha twittato in risposta la rete di notizie via cavo. "Le credenze politiche personali dei dipendenti della CNN non ci interessano. La loro ricerca della verità è la nostra unica preoccupazione". "Per quanto riguarda la 'sfida', la CNN ha appena concluso il suo secondo miglior primo trimestre negli ultimi nove anni. Questi sono i fatti", ha continuato il canale. 

      

Il gruppo Sinclair è una società di telecomunicazioni americana quotata in borsa e controllata dalla famiglia del fondatore dell'azienda, Julian Sinclair Smith. Con sede a Hunt Valley, nel Maryland, la compagnia è il più grande operatore degli Stati Uniti per numero di stazioni e per copertura totale. Come spiegava Paola Peduzzi sul Foglio nel settembre scorso, il Sinclair è il gruppo mediatico più chiacchierato dell’anno soprattutto perché Michael Copps, il capo della commissione federale sulle comunicazioni nominato da Bush Jr., l’ha definito “l’azienda statunitense più pericolosa di cui non avete mai sentito parlare”. Sinclair, “gigante conservatore”, scrive il New York Times, ha un’enorme presenza a livello locale: possiede o gestisce un totale di 193 stazioni in tutto il paese (diventeranno 233 se tutte le acquisizioni attualmente proposte saranno approvate) che coprono il 40 per cento delle famiglie americane, soprattutto negli stati del sud e del midwest.

  

Video a cura di AskaNews

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