Scontri e proteste in Perù dopo la grazia a Fujimori

Il presidente Kuczynski ha graziato il suo predecessore condannato a 25 anni per crimini contro l'umanità: “La giustizia non è vendetta”. Ma i famigliari delle vittime della repressione scendono in piazza

Redazione

Alberto Fujimori ha chiesto perdono in pubblico dal suo letto in ospedale. L'ex presidente del Perù, graziato da Pablo Kuczynski, non sembra inconsapevole delle proteste che hanno accompagnato il provvedimento del capo dello stato e il sospetto che questo sia stato preso nel nome di uno scambio politico. "So che i risultati del mio governo sono stati valutati in modo positivo da una parte del paese, ma ammetto di aver deluso altri miei connazionali, ai quali chiedo di perdonarmi con tutto il cuore", dice in un filmato postato sulla propria pagina Facebook l'ex presidente, 79 anni, malato per problemi di prostata e condannato a 25 anni di carcere per crimini contro l'umanità e corruzione.

   
Il presidente in carica, Pedro Pablo Kuczynski, aveva preso la decisione proprio in ragione delle condizioni di salute di Fujimori. Alcune voci collegano, invece, la grazia alla decisione del figlio di Fujimori, Kenji, di non votare con i suoi in Parlamento in favore dell'impeachment nei confronti dello stesso Kuczynski per accuse di corruzione. Vero è che Fujimori è malato e che, come aveva affermato la presidenza del paese latinoamericano, i medici hanno rilevato che "le condizioni in prigione rappresentano un rischio grave per la sua vita", ma il sospetto di una esagerazione della gravità della salute dell'ex presidente esiste, e non poteva non scatenare la rabbia degli attivisti di diritti umani, memori degli abusi commessi durante l'offensiva contro Sendero Luminoso e Tupac Amaru: "Resterà per sempre - ha scritto di recente su Twitter Jose Miguel Vivanco, direttore di Human Rights Watch - l'idea che tutto ciò avvenuto per una scambio politico, e che si è violato il concetto che in uno stato di diritto non esistono trattamenti speciali per alcuni".

 

Appena resa nota la grazia, diversi giovani erano scesi in strada nel tentativo di marciare verso il palazzo del governo a Lima, e nel giorno di Natale circa 5mila manifestanti hanno chiesto le dimissioni di Kuczynski, che poi ha difeso la sua decisione in un messaggio trasmesso alla nazione. "Fuori, fuori PPK! Fuori, fuori PPK!", scandivano i manifestanti in riferimento al presidente, che aveva promesso durante la sua campagna elettorale che non avrebbe liberato Fujimori. La polizia in assetto anti-sommossa ha cercato di impedire ai manifestanti di dirigersi verso il palazzo presidenziale e la clinica in cui Fujimori è ricoverato. 

 

Fujimori ha governato il Perù tra il 1990 e il 2000, trasformando la sua presidenza in un'autocrazia. Figlio di immigrati giapponesi, a Fujimori viene attribuito il merito di aver sconfitto i terroristi che hanno destabilizzato il paese, e le sue austere politiche economiche hanno frenato l'iperinflazione. Ma l'ex presidente aveva una vena autoritaria e usava le forze di sicurezza per reprimere gli avversari politici. Nel 2009, un speciale tribunale supremo ha condannato l'ex presidente a 25 anni di carcere per aver autorizzato uno squadrone della morte responsabile dell'uccisione di civili. Inoltre, Fujimori è stato dichiarato colpevole di irruzione nella casa di un ex capo dell'intelligence per rubare video incriminanti, di aver prelevato denaro dal tesoro del governo per pagare gli 007 e di aver autorizzato intercettazioni illegali e corrotto membri del Congresso e giornalisti. Quanto a Kuczynski, la procedura di impeachment aveva preso avvio una decina di giorni dopo le rivelazioni che indicavano nell'attuale presidente il destinatario, attraverso una società a lui collegata, di pagamenti dalla multinazionale brasiliana Odebrecht.

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