Cosa sappiamo finora della strage di Las Vegas

Redazione

Un uomo spara dal 32esimo piano dell'hotel verso migliaia di persone che assistono a un concerto: muoiono 59 persone e altre 515 rimangono ferite. I dubbi sulla motivazione dell'attacco, le prime informazioni sulla dinamica

Il bilancio delle vittime dell'attentato di Las Vegas continua a crescere: i morti sono 59, 515 i feriti. Secondo le indagini condotte finora dalla polizia, l'assalitore ha aperto il fuoco appostato al 32esimo piano del Mandalay Bay Hotel.

 



 

I primi spari partono alle 22 di domenica e sono rivolti verso lo spazio occupato da circa 22mila persone che assistono a un concerto di un festival di musica country.

 

   

Il cantante che si esibisce in quel momento, spaventato dagli spari, abbandona il palco, mentre gli spettatori sono presi dal panico: alcuni si accascino per terra, altri tentano di fuggire nella calca.

  

 

Le prime testimonianze parlano di più eventi in luoghi diversi lungo la  Las Vegas Boulevard South, ma la polizia ha smentito queste voci e ha confermato che si è trattato di un unico assalitore, che ha sparato sempre sullo stesso obiettivo scaricando centinaia di colpi. L'uomo, il 64enne Stephen Paddock (nella foto in basso a sinistra), si è sparato prima che la polizia riuscisse a fermarlo. Paddock viveva a Mesquite, nel Nevada. Le motivazioni del suo gesto non sono ancora chiare. Nell'abitazione dell'assalitore la polizia ha ritrovato un arsenale di oltre 10 fucili. "La sola cosa che possiamo dire è che era stato citato in giudizio diversi anni fa", ha detto lo sceriffo Joe Lombardo. Secondo fonti delle forze di polizia, l'uomo avrebbe occupato la camera dell'hotel già dal 28 settembre.

 

Sulla famiglia di Paddock si sa che il padre (nella foto a destra) aveva avuto precedenti penali: era finito nella lista dell'Fbi delle persone più ricercate del paese per alcuni furti in banca. "Non abbiamo idea del motivo. Siamo sconvolti e sconcertati. Le nostre condoglianze vanno alle vittime", ha detto il fratello, Eric Paddock. Alcune ore dopo l'attacco, lo Stato islamico ha rivendicato l'attentato tramite il suo solito canale di informazione, Amaq. "L'assalitore di Las Vegas si era convertito all'islam alcuni mesi fa", dice il comunicato dell'Isis. Ma la rivendicazione, al momento, non trova riscontri. Per l'Fbi "non esiste alcuna connessione" tra Paddock e il terrorismo internazionale e non ci sono prove di una sua radicalizzazione religiosa. Un aspetto che solleva molti dubbi, già emersi con altri attentati precedenti poi rivendicati dallo Stati islamico, sulla affidabilità di Amaq.

  


 La rivendicazione dello Stato islamico


 

La polizia è ora alla ricerca di un persona che potrebbe dare una svolta alle indagini, la compagna del 64enne, Marilou Danley (nella foto in basso), 62 anni, che viaggiava con l'uomo prima della sparatoria. Non è una sospettata, ha detto la polizia, ma è considerata una persona informata sui fatti.

 

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