Angela Merkel (foto LaPresse)

Chi è chi nella “Banda dei 4” che nella Cdu fa pressioni su Merkel

Andrea Affaticati

Lo Spiegel, che ha la passione per i patti politici, lancia il gruppo di “rigorosi” sotto la guida di Schäuble. Obiettivi e ambizioni

Milano. Il più giovane della “Banda dei quattro” come li chiama il magazine tedesco Spiegel sul numero in edicola, ha 36 anni, si chiama Jens Spahn ed è sottosegretario. Il secondo si chiama Thomas Strobl, è segretario generale della Cdu nel Baden-Württemberg e il genero del ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, il “falco” nel governo Merkel; il terzo è Martin Jäger, sottosegretario all’Interno nel Baden-Württemberg, il meno noto almeno fino a ora. Infine, il quarto, nonché grande vecchio del gruppo, è Wolfgang Schäuble. Con le elezioni politiche in Germania a meno di un anno e quelle regionali di primavera alla porta – tra queste quelle regionali nel Nordrhein-Westfalen, il Land più popoloso della Germania, considerato banco di prova cruciale per le politiche – il gruppo è dell’avviso che soltanto un ritorno alle origini possa arginare il pericolo rappresentato dai populisti dell’Alternative für Deutschland.

 

Strobl non è la prima volta che fa opposizione attiva nei confronti di Merkel e della sua linea politica, ma si potrebbe dire che è la prima volta che viene affiancato da un peso massimo come suo suocero e da due altri politici ambiziosi che vorrebbero portare la cancelliera, Angela Merkel, a modificare il suo corso – svecchiamento del partito nelle politiche dirette alla famiglia, in quelle energetiche e nell’approccio più aperto verso l’immigrazione e l’integrazione. Il rinnovamento è stato accettato e condiviso da gran parte dei cristianodemocratici, ma una minoranza della Cdu si è spesso lamentato del progressivo allontanarsi del partito da quella “C” che sta per “cristiano” ma anche per “conservatore”. Alla luce della crisi che stanno attraversando i grandi partiti in Europa e all’avanzata dei movimenti populisti, quella minoranza, scrive lo Spiegel, si sta trasfromando in maggioranza: la trasformazione ha trovato un volano nell’arrivo in massa dei profughi nell’estate del 2015 e nella decisione di Merkel di non chiudere le frontiere tedesche.

 

Non è la prima volta che Merkel affronta una fronda interna. Nel 2003, sempre lo Spiegel, aveva dedicato un grande articolo all’Andenpakt, il patto Andino, stretto nel 1979, tra un gruppo di giovanissimi cristianodemocratici: tra questi Christian Wulff, Robert Koch, Günther Oettinger, Elmar Brok. Lealtà reciproca, niente sgambetti. Poi era arrivata Merkel, e uno dopo l’altro erano stati messi da lei a distanza di sicurezza. Ora Schäuble non vuole certo mettersi a capo di una rivolta contro Merkel. Ma il corso merkeliano non viene giudicato sufficiente per levare terreno all’avanzata dell’AfD. Alcuni malumori verso la politica della grande coalizione e verso le linee guida del partito sono già emersi al congresso della Cdu, tenutosi settimana scorsa a Essen. Lì Merkel è stata riconfermata a capo del partito con l’89,5 per cento dei voti – il secondo peggiore risultato ottenuto nel corso della sua leadership, anche se lei aveva temuto addirittura peggio.

 

Durante il congresso aveva fatto concessioni all’ala più rigorosa, segnalando per esempio di appoggiare un provvedimento che vieti di indossare il burqa in luoghi pubblici. Ma a quell’ala la concessione non è bastata . Merkel aveva difeso l’accordo siglato a suo tempo con i socialdemocratici riguardo al doppio passaporto da concedere a chi è nato in Germania da genitori stranieri. Il giovane Spahn dal palco di Essen si è espresso contro il doppio passaporto, incassando la maggioranza al momento della votazione. Un colpo duro per Merkel, la quale seccata ha fatto sapere che il doppio passaporto non sarà un tema di campagna elettorale. Come scrive il quotidiano Die Welt, nella Cdu c’è voglia di tornare a essere la Cdu una voglia dettata dall’incalzare dell’AfD, una voglia di origini senza passare da uno sbilanciamento eccessivamente progressista a uno radical-populista. Sarà interessante vedere se prevarrà questa linea oppure quella di Merkel aperta anche a nuove avventure, per esempio a una coalizione con i Verdi.

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