Mazzi di fiori vengono deposti lungo la Promenade des Anglais, luogo della strage di Nizza di ieri sera (foto LaPresse)

“La Francia sottomessa è facile da colpire”

Mauro Zanon
Richard Millet, scrittore e intellettuale francese, contro i profeti del pol. corr. che si ostinano a non riconoscere il nemico. “L’islam sta vincendo a livello culturale, finanziario e demografico”.

Parigi. “Ciò che constato, è che pochissimi giornali francesi utilizzano in maniera chiara e netta l’aggettivo islamista, fatto che certifica ancora una volta l’atteggiamento di sottomissione della Francia all’islam. Perché lo Stato islamico si accanisce contro la Francia e non contro l’Italia, l’Inghilterra o la Danimarca che ha appena inasprito le sue leggi sull’immigrazione e sull’islam? Perché la Francia è di gran lunga il paese più politicamente corretto d’Europa e dunque il più debole e il più facile da colpire”. Richard Millet, scrittore e intellettuale francese, picchia duro contro i profeti del pol. corr. che si ostinano a non riconoscere il nemico che continua a mietere vittime innocenti.

 

“Il motivo di questo ennesimo attacco terroristico non è la partecipazione della Francia alla coalizione che combatte lo Stato islamico in Siria e in Iraq, perché ci sono molti altri paesi che ne fanno parte. La Francia è il paese che ha la più grande comunità musulmana d’Europa, è il paese che permette la doppia nazionalità, ma soprattutto è il paese più sottomesso all’islam, con le conseguenze che tutti quelli che aprono gli occhi di fronte alla realtà possono constatare”, dice al Foglio Millet. Non ci sono dubbi sul fatto che stiamo assistendo a una guerra culturale e identitaria. Ci sarà una reazione? “Il sussulto può venire dalla formazione di un’internazionale europea di intellettuali capace di contrastare sul piano delle idee il terrore esercitato dal goscismo culturale, che favorisce l’islamizzazione e che in Francia è più potente rispetto agli altri paesi. La situazione attuale, purtroppo, presenta un islam che sta vincendo a livello culturale, finanziario e demografico”.

 

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