
La mala parata in Iraq
Sabato la polizia di Bassora, nel sud dell’Iraq, ha festeggiato con una parata la giornata di Gerusalemme – una ricorrenza minacciosa che serve per rinnovare i voti di aggressione contro Israele. I poliziotti iracheni hanno marciato in divisa da cerimonia e con le bandiere su un pezzo di strada dove erano state posate le bandiere di Israele e degli Stati Uniti, in modo che ogni singolo piede le calpestasse entrambe davanti alla folla accorsa a vedere e alle autorità governative.
Che dire? Almeno due cose. La prima è che in questo momento l’America sta attivamente aiutando la lenta riscossa del paese contro lo Stato islamico. Sono gli americani a pagare parte delle spese d’addestramento (di nuovo) di un esercito – o meglio di un Non Esercito – che è scappato con le braghe in mano davanti agli sgherri baghdadisti nell’estate del 2014. Sono gli americani a trovare e a eliminare uno dopo l’altro i capi dello Stato islamico. Sono gli americani a fornire la copertura aerea ravvicinata che ha permesso ai soldati iracheni di riprendere le città di Tikrit, Ramadi e Falluja. Senza americani, le forze di sicurezza irachene, soprattutto quelle sciite come i poliziotti di Bassora, finiscono a riempire le fosse comuni dello Stato islamico. La seconda cosa da dire è che la cerimonia ha un mandante preciso: l’Iran, che a Bassora è fortissimo (tanto che in città si accetta pure la valuta iraniana) e che tenta di condizionare la vita politica di tutto il paese. L’Iraq dovrebbe tenere bene in mente che l’Italia non sta mandando laggiù i suoi migliori istruttori ad addestrare forze di sicurezza che poi faranno le scimmie con le bandiere di due storici alleati occidentali.


L'editoriale dell'elefantino
La solitudine di Israele contro un nemico che è anche il nostro nemico
