Jean-Claude Juncker (foto LaPresse)

A Bruxelles c'è un presummit che non piace a Renzi

Marco Valerio Lo Prete

Prima del vertice Ue si parla d'immigrazione all'ambasciata d'Austria. Italia non invitata.

Inizia oggi pomeriggio e termina domani il vertice dei capi di governo dell'Unione europea a Bruxelles. La gestione della crisi dei rifugiati e l'attuazione dell'agenda di sicurezza sono due dei temi che saranno al centro del summit. I leader inizieranno la loro discussione con un focus sull'immigrazione. Si parlerà delle misure concordate finora e si metterà un accento sull'importanza delle frontiere esterne. Si parlerà anche del pacchetto presentato dalla Commissione Ue, che propone di istituire una guardia costiera e frontaliera europea. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, parlando stamattina a Strasburgo, ha detto che la proposta per una guardia costiera e frontaliera europea è un'"urgenza". Si tratta di infatti di "conservare Schengen" e di rafforzare le frontiere esterne.

 

Tuttavia quello di oggi pomeriggio non sarà il primo faccia a faccia della giornata fra i leader europei. In mattinata, all'ambasciata dell'Austria nella capitale europea, si terrà un incontro informale tra alcuni dei capi di governo. Secondo la ricostruzione del Foglio.it, l'esecutivo di Vienna ha invitato quello tedesco, ma anche quelli dei paesi dell'Europa centrale e dell'est, oltre a Svezia e Finlandia, e infine il premier della Turchia, Ahmet Davutoglu.

 

In teoria, secondo la ricostruzione del Foglio, i convitati hanno tutti un problema in comune da affrontare: l'immigrazione incontrollata sulla rotta balcanica. Risulta comunque che anche la Francia e la Commissione Ue siano state invitate, anche se per ora avrebbero declinato. E l'Italia? Non invitata. D'altronde il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, già in precedenti occasioni simili aveva fatto sapere di non apprezzare questi format diplomatici ridotti – incontri a due, a tre o a dieci che siano. "Su fenomeni come quello dell'immigrazione, dare l'idea di uno spezzettamento e di una frammentazione del fronte europeo è l'ultima cosa che serve", dicono fonti di Palazzo Chigi al Foglio.it.

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