Lo Stato islamico in Libia ha il chiodo fisso per Roma

Daniele Raineri
L'Is ha lanciato una campagna per far capire quanto il gruppo estremista considera importante il teatro di operazioni libico. La campagna batte molto su questo concetto: la Libia è la porta per arrivare fino a Roma, città che appare spesso nella propaganda jihadista.

Lo Stato islamico in Libia ha lanciato una campagna per far capire quanto il gruppo estremista considera importante il teatro di operazioni libico. La campagna batte molto su questo concetto: la Libia è la porta per arrivare fino a Roma, città che appare spesso nella propaganda jihadista (anche se in realtà la questione è discussa, perché c'è sempre in agguato l'antico equivoco interpretativo con la "Roma d'oriente", quindi Costantinopoli – Istanbul). L'intento è quello di attirare nuove reclute e appoggio dall'esterno. La particolarità di questa campagna islamista è che non parte dall'alto, ma per ora è soltanto un'iniziativa della base libica – per così dire – molto volenterosa ma meno talentuosa nella propaganda, come si può vedere da queste immagini. L' estetica naive dello Stato islamico in Libia ha alcuni punti in comune con quella del clan Casamonica.

 



 

C'è un altro punto interessante da notare: i jihadisti si riferiscono a Sirte come alla "Terza capitale" dello Stato islamico, dopo Raqqa in Siria e Mosul, e rivelano anche in questo caso la volontà di fare della Libia una replica dello scenario già visto in Siria e Iraq. Per ora il gruppo è assai minoritario e deve vedersela con una moltitudine di rivali, che seppure divisi possono infliggere sconfitte cocenti, come è successo a metà giugno a Derna.

 


 

Vale la pena di notare come la presenza in Libia dello Stato islamico è considerato un fattore allarmante dai servizi di sicurezza italiani, che però scartano l'idea di arrvi "sui barconi" e considerano ugualmente allarmante anche la rotta balcanica, ovvero la possibilità che un gruppo di estremisti proveniente dai Balcani – dove ci sono numerose cellule – arrivi sul territorio nazionale da est.

Di più su questi argomenti:
  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)