Il ministro dell'Economia francese Emmanuel Macron (foto LaPresse)

Con i bus low cost la gauche francese scopre il bello delle liberalizzazioni

Mauro Zanon
La legge sulle liberalizzazioni del ministro dell'Economia Macron adesso è elogiata anche dai giornali della sinistra. Merito delle nuove norme concorrenziali con gli autobus privati: da oggi un viaggio Parigi-Lione costa 5 euro

Parigi. La legge sulle liberalizzazioni del ministro dell’Economia francese Emmanuel Macron non è nefasta e disumanizzante come l’ultrasinistra e i rivoluzionari da talk-show continuano a ripetere dall’inizio del suo faticoso iter. Se ne sono resi conto anche i giornali della gauche, che in questi dieci mesi di zuffe ideologiche attorno alla legge liberalizzatrice hanno sempre visto di cattivo occhio l’inquilino di Bercy:  “Ma un banchiere d’affari di Rothschild può essere socialista? Uno che parla bene del libero mercato ed è ministro in un governo di sinistra è un infiltrato?”, si chiedevano disperatamente. Poi è successo che anche loro, infine, hanno aperto gli occhi sul lavoro fatto da Macron per provare a rilanciare l’economia francese dopo due anni di immobilismo, e si sono pure resi conto che il termine “liberalizzazione” non è una parolaccia. In testa, tra i ravveduti, c’è il magazine Express, tra i più severi critici di Macron fin dal suo insediamento a Bercy (lo scorso settembre, in preda al panico per la partenza del sinistrorso Arnaud Montebourg dal ministero dell’Economia, sparò il giovane ministro in prima pagina, titolando “La bomba Macron”, ovviamente non in senso positivo, mettendo in guardia i lettori dal suo passato di “banchiere ultraliberale”), che ieri in un articolo firmato da Nina Le Clerre si è entusiasmato per i benefici della liberalizzazione del settore degli autobus, uno dei pilastri della legge Macron.

 

Uno dei risultati sarà il taglio dei costi del biglietto, che grazie alla ventata concorrenziale permetterà a migliaia di francesi di andare in vacanza con qualche soldo in più in tasca. La società iDbus, filiale del gruppo Sncf, così come Isilines, propongono già molte tratte a partire da 5 euro (un sesto di quanto costa il treno): Parigi-Lione, Parigi-Tours, Brest-Nantes, Tolosa-Marsiglia. Come loro, anche l’inglese Megabus e la tedesca Flixbus, già attive sul suolo francese per viaggi internazionali a prezzi stracciati, hanno indicato sul loro sito internet il lancio imminente di “tratte 100 per cento esagonali”, e cioè esclusivamente nazionali (opportunità preclusa, prima della legge Macron, alle società private). Entro il 2015, secondo il bilancio dei primi progetti di sviluppo del trasporto interurbano, saranno cinquanta le nuove linee di autobus, e addirittura duecento alla fine del 2016. Una rivoluzione che permetterà di collegare quelle città che non sono ancora collegate da trasporti ferroviari diretti e di migliorare il servizio di trasporto notturno tra nord e sud della Francia, e in particolare tra Parigi e Marsiglia. I benefici della liberalizzazione del settore degli autobus riguarderanno anche l’occupazione, e questo interessa molto il presidente François Hollande, che ne ha disperatamente bisogno per ripresentarsi con dignità alle presidenziali del 2017.

 

Secondo Macron, recatosi ieri alla stazione degli autobus di Parigi Gallieni per concedersi il bagno di folla dei vacanzieri che hanno scelto l’autobus low cost per raggiungere le loro mete estive, l’entrata in vigore della legge che porta il suo nome creerà “almeno 2-3.000 posti di lavoro diretti entro diciotto mesi”. A questi, ha detto il ministro, si aggiungeranno “l’attività indotta dal turismo e il commercio locale”, così come i posti di lavoro indiretti, quindi gli “addetti alla manutenzione” e i “costruttori” (la maggior parte degli autobus in circolazione è prodotta dalla francese Iveco). L’apertura alla concorrenza degli autobus, oltre a fungere da complemento o da alternativa a un non sempre vantaggioso trasporto ferroviario, offrirà una mobilità a chi fino a oggi, per ragioni prevalentemente economiche, non poteva permetterselo. “Conferisce una mobilità, che non esisteva prima, ai giovani e ai meno abbienti”, ha detto Macron a Bfm.tv. “Oggi ci sono molti francesi che non possono permettersi di acquistare un biglietto del treno o che fanno molta più attenzione quando viaggiano con la loro automobile perché è costoso”. C’è anche una questione di numeri: “In Francia, ogni anno, sono in media 100.000 i passeggeri che viaggiano in autobus”, ha detto Macron. “Sono 10 milioni in Germania e 30 milioni nel Regno Unito. C’è dunque un potenziale enorme di sviluppo”.

 

[**Video_box_2**]Della legge approvata lo scorso 10 luglio dovrebbero rallegrarsi anche gli ecologisti. Bercy ha fatto sapere giovedì, in seguito all’incontro con gli operatori dei servizi autobus, che la percentuale dei passeggeri che usano il trasporto collettivo potrebbe passare dal 15 al 20 per cento, “fatto che contribuirà a una riduzione significativa delle emissioni inquinanti”.