Cristiani di Erbil, Iraq, durante una liturgia (foto LaPresse)

“Undici cristiani uccisi ogni ora, ma l'occidente è in letargo”. Un libro choc

Giulio Meotti
Ogni anno centomila cristiani vengono assassinati a causa della loro fede. Sono 273 al giorno, undici all’ora. Il cristianesimo è la religione più oppressa al mondo, tanto che l’ottanta per cento di tutti gli atti di discriminazione che si perpetrano nel mondo è diretto contro i cristiani.

Roma. Ogni anno centomila cristiani vengono assassinati a causa della loro fede. Sono 273 al giorno, undici all’ora. Il cristianesimo è la religione più oppressa al mondo, tanto che l’ottanta per cento di tutti gli atti di discriminazione che si perpetrano nel mondo è diretto contro i cristiani. E’ quanto è contenuto nel dossier presentato da John McAreavey, presidente del Consiglio Giustizia e pace dei vescovi di Dublino. Eppure, i cristiani resistono. Lo spiega il giornalista americano Johnny Moore nel suo nuovo libro, “Defying Isis”, dove in copertina campeggia una croce formata da una sciabola rosso sangue.

 

Un libro che Newt Gingrich, ex speaker del Congresso, consiglia di leggere a tutte le cancellerie. Moore non esita a parlare di “genocidio di cristiani”, perché lo scopo dell’islamismo è “sradicare il cristianesimo dal mondo”. “In molte città ci si è ‘presi cura’ di ogni singolo cristiano, sfollato, ucciso o forzatamente convertito, e proprio come i nazisti dipingevano la stella di David sulle case degli ebrei, i jihadisti hanno dipinto la ‘N’ cristiana sulle case delle comunità cristiane autoctone per identificarli prima di distruggerli”, spiega Moore. “Le chiese sono state demolite, le croci bruciate e sostituite con bandiere dello Stato islamico (l’Isis o Is appunto), le case distrutte, intere comunità sfollate, bambini massacrati, e tutto in bella vista. Hanno proclamato che non si fermeranno fino a quando il cristianesimo non sarà cancellato dalla faccia della terra, dal suo luogo di nascita fino al vostro giardino”.

 

La minaccia che l’occidente affronta “è come quella del nazismo, ma senza una singola reazione di coscienza che resista al male”. Moore è affascinato da “quegli uomini, donne e bambini che hanno abbandonato tutto per la loro fede, anche le loro stesse vite”. Nel video della recente strage dei cristiani copti in Libia si è potuto notare che nel momento della decapitazione molti di loro invocavano in arabo il nome di Gesù e scandivano preghiere. Quello di cui più distintamente si sono percepite le parole è stato Milad Saber, un figlio di contadini di un villaggio egiziano. L’ironia della storia è che i suoi nonni si erano rifugiati lì negli anni Trenta del secolo scorso per scampare ai massacri di cui erano vittima nel neonato Iraq.

 

Lo Stato islamico viene da lontano. E oggi, dalla Siria all’Iraq, è la principale minaccia all’esistenza del cristianesimo: “Fin dall’inizio, l’obiettivo dell’Is è stato quello di pulire etnicamente il mondo dalla presenza dei cristiani”. Lo sanno bene i cristiani decimati nella Chiesa di Nostra Signora della Salvezza di Baghdad. Non vennero massacrati dallo Stato islamico nel 2013, neppure nel 2014, ma nel 2010, quando l’occidente tutto non si accorse dell’ascesa di questo mostro. “Aleppo sarà senza cristiani entro un mese”, ha invece denunciato a Fides il vescovo caldeo della città siriana, Antoine Audo, che non accusa soltanto l’Is, ma anche “i paesi della regione che con il loro islam wahhabita e l’ansia di rivalse storiche verso la cristianità non riescono a sopportare nemmeno l’idea di una presenza dei cristiani in medio oriente”.

 

[**Video_box_2**]E se non bastassero le storie di Mosul e Aleppo per scuotere le coscienze, c’è anche la Nigeria, dove il califfato agisce sotto il nome di Boko Haram. Più di cinquemila cattolici sono stati uccisi da Boko Haram nella sola diocesi di Maiduguri, nel nord della Nigeria, a partire dal 2009. Nel complesso sono oltre 13 mila le vittime dei terroristi islamici. Lo dice un rapporto di Aiuto alla chiesa che soffre. Centomila cattolici sono stati cacciati dalle loro case. In tutto, 350 chiese sono state distrutte, molte più di una volta, dopo che erano state ricostruite. Dei quaranta centri parrocchiali di questa sola diocesi, più della metà sono stati abbandonati dai fedeli, altri sono stati occupati dagli islamisti. “Il mondo è rimasto in silenzio mentre un milione e mezzo di cristiani in Iraq è stato cacciato, uno per uno”, scrive Moore. “Il luogo dove Dio ha creato l’uomo è anche il luogo dove uomini malvagi stanno usando il nome di Dio per distruggere l’umanità”. L’islamismo punta a Roma e alla Basilica di San Pietro: “Vorrebbero convertirla in una moschea, dopo aver vandalizzato i musei Vaticani. Distruggerebbero le loro antiche statue, ridurrebbero a ceneri la sua arte e trasformerebbero la Cappella Sistina in un mercato per schiavi o in una prigione per coloro in attesa di esecuzioni”. Questo genocidio ci pone di fronte “al mistero per cui così tanti cristiani in occidente fanno fatica a vivere per quello per cui molti cristiani sono disposti a morire in questi paesi mediorientali”.

 

Moore conclude con una esortazione: “Che il terrore che affrontano i cristiani risvegli il mondo dal suo letargo”. Ma forse per quello c’è ancora meno speranza.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.