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La crescita dimezzata. L'Italia fanalino di coda dell'Europa

Redazione

Per l’Istat, mezzo punto in meno di pil rispetto alla Nadef. E il debito salirà. Le previsioni dell'istituto di statistica nazionale sono peggiori di quella della Commissione

 Da ormai oltre un anno il governo Meloni ricorda che l’Italia “cresce più della media europea”. Non sarà più così il prossimo anno, che secondo l’Istat vedrà l’Italia come fanalino di coda. L’Istituto nazionale di statistica ha diffuso “Le prospettive per l’economia italiana nel 2023-24”: il pil italiano è atteso in crescita dello 0,7 per cento sia quest’anno sia l’anno prossimo, in rallentamento rispetto al 2022. Una previsione peggiore persino di quella della Commissione europea, che prevede +0,9 per cento per  il 2024. Il dato mostra un andamento diverso dall’attività economica dell’Eurozona, che secondo Bruxelles registra un +0,6 per cento nel 2023 per poi accelerare a +1,2 per cento nel 2024.

L’Italia, dicevamo, sarà l’anno prossimo l’ultimo per crescita. Peggio  della Germania, che uscirà dalla recessione di quest’anno con una ripresa del +0,8 per cento, e molto indietro rispetto alla Francia (+1,2 per cento e alla Spagna (+1,7 per cento). Ma più che il confronto con gli altri paesi dell’area euro, ciò che dovrebbe preoccupare di più Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti è il confronto interno. Ovvero tra le stime dell’Istat e quelle della Nadef. Lo 0,7 per cento di crescita previsto dall’Istat è infatti quasi la metà dell’1,2 per cento previsto del governo nella legge di Bilancio. Questo mezzo punto in meno di crescita fa sballare anche gli altri indicatori di finanza pubblica, soprattutto il debito pubblico. Il governo, ipotizzando un pil che aumenta dell’1,2 per cento, lo vede in calo di un decimale (da 104,2 a 140,1 per cento), ma con la crescita allo 0,7 per cento  stimata dall’Istat il debito pubblico è destinato ad aumentare già il prossimo anno. L’Italia sarebbe quindi l’unico paese ad alto debito con un andamento crescente del debito pubblico, proprio mentre gli altri paesi periferici come la Grecia, il Portogallo e la Spagna registrano riduzioni consistenti del debito pubblico. A questo ritmo, nel 2026 potrebbe esserci il “sorpasso”: il rapporto debito/pil dell’Italia potrebbe superare quello della Grecia diventando il più alto d’Europa.