Mark Zuckerberg (Ansa)

editoriali

Zuckerberg frena la più grande campagna digitale di disinformazione della Cina

Redazione

Meta contro Spamouflage: la società che controlla  i principali social network ha annunciato di aver rimosso ben 7.704 profili Facebook e 954 pagine, tutti collegati a una operazione online chiamata “Spamouflage”, legata alle forze dell’ordine cinesi

Martedì Meta, la società che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, ha annunciato di aver rimosso ben 7.704 profili Facebook e 954 pagine, tutti collegati a una campagna di disinformazione cinese online chiamata “Spamouflage” – su cui l’azienda e alcuni importanti gruppi di ricerca come l’Australian strategic policy institute  indagano dal 2019. Secondo Meta la campagna sarebbe attiva dal 2018 e collegata alle forze dell’ordine cinesi: Spamouflage, con la sua presenza su oltre 50 piattaforme, è la più grande operazione segreta di disinformazione online  che sia mai stata identificata fino a oggi, si legge nel rapporto dell’azienda.  

La tecnica è sempre la stessa e molto simile ad altre campagne di disinformazione lanciate da altri paesi come Russia e Iran: il report di Meta fornisce anche un’analisi a confronto della campagna di Mosca “Doppelgänger” interrotta per la prima volta da un team di sicurezza l’anno scorso e che condivide strategie molto simili  a quelle della campagna cinese Spamouflage. Se nel caso della campagna d’influenza russa le notizie, condivise dalle pagine seguite da migliaia di follower, si concentravano  sulla propaganda di Mosca in merito alla guerra in Ucraina, in questo caso hanno tutte lo scopo di promuovere narrazioni pro Cina, come post di disinformazione sulle origini della pandemia, contro le manifestazioni pro democrazia a Hong Kong, commenti positivi sulla provincia dello Xinjiang (dove la Cina porta avanti una violenta repressione della minoranza  uigura) e più in generale di promozione della nazione.  

Ieri il ministero degli Esteri di Pechino ha minimizzato puntando il dito e dicendo che molte istituzioni straniere spesso hanno lanciato campagne contro la Cina sulle piattaforme dei social media. Ma queste operazioni di Russia e Cina, nonostante siano “goffe”, ha detto il  responsabile della Global Threat Intelligence di Meta, Ben Nimmo, sono pericolose perché “enormi e persistenti” e sempre più sofisticate.