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Editoriali

I super ricchi sono meno ricchi

Redazione

Secondo il Global Wealth Report di Capgemini numero di miliardari nel mondo scende e anche i loro patrimoni calano. Emerge inoltre che i loro investimenti sono sensibili ai criteri Esg (impatto ambientale, sociale e di governance)

Contrordine compagni: i ricchi non sono diventati più ricchi. Anzi, nel 2022 hanno preso la sberla più sonora degli ultimi dieci anni. Secondo la nuova edizione del Global Wealth Report di Capgemini, il numero dei miliardari è sceso del 3,3 per cento rispetto all’anno precedente, calando a 21,7 milioni. Anche il valore dei loro asset si è ridotto, perdendo il 3,6 per cento e assestandosi alla pur ragguardevole cifra di 83 mila miliardi di dollari. Il fenomeno è particolarmente pronunciato in Nord America, dove il patrimonio dei paperoni ha perso il 7,4 per cento del suo valore, contro il 3,2 per cento dell’Europa, il 2,7 per cento dell’Asia-Pacifico. Al contrario, in Africa, America latina e Medio oriente le proprietà dei più fortunati si sono apprezzate, principalmente per effetto dell’aumento dei prezzi dell’energia. Ora, questi dati vanno ovviamente maneggiati con cura. In primo luogo, sono l’esito di un’indagine demoscopica, seppure con un campione ragguardevole (3.171 miliardari in 23 paesi). Secondariamente, aumenti e diminuzioni del valore della ricchezza finanziaria rimangono virtuali fino a quando gli asset non vengono venduti, quindi non è detto che essi siano mai realizzati. Tuttavia, questo studio fornisce informazioni interessanti e consente di guardare in modo più accurato i ricchi e le loro abitudini. Uno degli elementi che emergono dalla survey è che essi sono molto sensibili ai criteri Esg (cioè all’impatto ambientale, sociale e di governance dei loro investimenti): il 41 per cento ne fa un criterio di investimento prioritario e il 63 per cento comunque è interessato a questa informazione. Ma non tutti sono soddisfatti della qualità dell’informazione: il 40 per cento dei gestori di fondi vorrebbe dati più affidabili sia per comprendere a fondo gli effetti delle proprie scelte, sia per ingaggiare meglio i clienti. Insomma, contrariamente a molta retorica, i ricchi si preoccupano per l’ambiente e, se anche non piangono, quest’anno hanno poco da ridere.

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