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Editoriali

L'Arabia Saudita riduce la produzione di petrolio e il prezzo torna a salire

Redazione

L’Opec ha annunciato un taglio di oltre un milione di barili al giorno, con l’obiettivo di invertire la tendenza al ribasso dei mercati globali. Ma ancora non è chiaro cosa abbia innescato la decisione di Riad, né dove voglia arrivare bin Salman

Con una mossa a sorpresa l’Arabia Saudita ha spinto l’Opec allargato (Opec+) ad annunciare un taglio della produzione di petrolio di oltre un milione di barili al giorno, con l’obiettivo di invertire la tendenza al ribasso dei mercati petroliferi globali. Nelle ultime settimane infatti le prospettive erano abbastanza cupe per i produttori di greggio: i prezzi erano crollati al minimo da quindici mesi avvicinandosi ai 70 dollari al barile, spinti verso il basso dalla crisi bancaria e dalle preoccupazioni per un surplus nell’offerta globale. Sebbene si prevedesse ancora un aumento dei prezzi, i trader stavano rivedendo al ribasso le proiezioni, e la prospettiva di un ritorno a 100 dollari al barile entro la fine dell’anno stava svanendo.

 

Mohammed bin Salman aveva diverse ragioni per rovinare la giornata di Joe Biden: 70 dollari al barile è una cifra spiacevolmente vicino al livello in cui il bilancio saudita va in pareggio invece che in surplus. L’annuncio del taglio della produzione invece ha fatto aumentare i prezzi del 5 per cento fino a 84 dollari al barile, rendendo di nuovo realistica la prospettiva di un prezzo a tre cifre. Se la domanda cinese iniziasse a salire e i timori sulla stabilità delle banche rientrassero, i prezzi aummenterebbero. Secondo Rystad Energy si potrebbero superare i 100 dollari al barile entro l’estate, spingendo verso l’alto l’inflazione e quindi i tassi di interesse in occidente, dove i banchieri centrali presumono che i prezzi del petrolio rimarranno ancora a lungo intorno all’attuale livello. Bin Salman può mostrare i muscoli perché non teme di perdere quote di mercato in occidente, e la sua Arabia Saudita si sta avvicinando sempre di più alla Cina (primo importatore del petrolio saudita) mentre la leadership de facto dell’Opec+ permette a Riad di avere una forte influenza su Mosca, che a breve passerà al benchmark di Dubai per le quotazioni del greggio esportato sul mercato indiano. Ma ancora non è chiaro cosa abbia innescato davvero la decisione di Riad, né dove vuole arrivare il principe ereditario saudita.

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