Il nuovo presidente iraniano Ebrahim Raisi (LaPresse) 

Editoriali

L'Ue va dal macellaio di Teheran

Redazione

Al giuramento di Ebraihim Raisi sarà presente un funzionario europeo

Al giuramento del presidente iraniano Ebrahim Raisi davanti al Parlamento previsto per oggi sono attesi i rappresentanti di 73 nazioni. Tra loro ci sarà anche Enrique Mora, vicesegretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae), che parteciperà a nome di Josep Borrell, l’Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza. Lo ha annunciato martedì la portavoce del Seae, aggiungendo che “è fondamentale impegnarsi diplomaticamente con la nuova Amministrazione e trasmettere direttamente messaggi importanti”. All’ultimo giuramento, quello del presidente uscente Hassan Rohani, andò Federica Mogherini, allora rappresentante della politica estera europea, c’erano grandi speranze in quella che si presentava come un’Amministrazione innovatrice, ma le stesse speranze non sono presenti oggi. Raisi è l’espressione di un Iran ultraconservatore, non è interessato a migliorare i suoi rapporti con l’occidente, né nei fatti né a parole.

 

Mora non è Borrell ma è comunque un funzionario europeo importante e la decisione di portare un rappresentante dell’Ue in Iran per assistere all’insediamento del macellaio di Teheran è stata criticata fortemente da Israele, che l’ha definita “sconcertante”, tanto più che Gerusalemme, Regno Unito e Stati Uniti hanno accusato Teheran dell’attacco a una nave civile  venerdì scorso e ci sono prove sempre più forti sul tentato dirottamento di una seconda nave martedì nel Golfo. Per Borrell la necessità è però tenere aperto il negoziato sul nucleare, è il coordinatore dei negoziati, nei quali  è coinvolto anche Mora. L’arrivo dell’Amministrazione Biden ha dato nuove speranze all’accordo, ma Teheran ha bloccato tutto fino all’arrivo del nuovo presidente. Gli americani sanno che dovranno riavvicinarsi al tavolo dei negoziati con più cautela di prima, e varrebbe la pena che lo  sapesse anche Borrell. L’idea che l’accordo sul nucleare — anzi, la mera chance di una accordo — faccia sparire tutto il resto come se non accadesse  è sbagliata.

Di più su questi argomenti: