Eric Adams, candidato alle primarie del Partito democratico per la corsa a sindaco di New York (LaPresse) 

Editoriali

Eric Adams and the city

Redazione

Alle primarie di New York è avanti il candidato moderato ex poliziotto
 

Dicono che ci vorranno settimane prima di conoscere l’esito finale delle primarie democratiche per il sindaco di New York, ma per ora il probabile vincitore è il favorito  prima del voto: l’ex capitano del dipartimento di polizia della città, Eric Adams. Poiché le primarie democratiche determinano da tempo direttamente il sindaco di New York, è probabile che sarà proprio Adams il successore di Bill de Blasio. I conteggi sono complicati perché è stato introdotto un sistema di preferenze e perché ci sono stati molti voti via posta, quindi tutti invitano alla cautela: al momento Adams è avanti con oltre il 30 per cento dei voti, seguito al secondo posto da Maya Wiley, sopra al 20 per cento (è andato malissimo Andrew Yang, ex candidato alle primarie per la presidenza ed ex superfavorito a New York: si è già ritirato).

 

I due raccontano le due anime della città e del mondo liberal: entrambi afroamericani, lui moderato, lei radicale. Adams ha portato avanti una campagna elettorale tutta incentrata sulla lotta al crimine e – senza contraddizione, perché contraddizione non c’è – al fianco di Blm contro gli abusi e le violenze della polizia e – senza contraddizione, perché contraddizione non c’è – contro chi chiede il “defund the police” (proposta che ha definito “una roba da fighetti bianchi”). La Wiley è avvocato, attivista per i diritti umani, molto presente in tv, ex consigliera (per poco tempo) di de Blasio, e sostenuta dalla regina della città, la deputata Alexandria Ocasio-Cortez. La campagna elettorale è stata scandita dal tema della sicurezza, delle minoranze, della polizia, con toni accesissimi e rispostacce perché su questo confine si consuma non soltanto lo scontro interno al Partito democratico ma anche una guerra culturale che riguarda tutta l’America. Per ora i newyorchesi, che sono famosi per votare presidenti democratici ma spesso amministratori repubblicani sembrano preferire il moderato Adams, che per una breve parte della sua vita è stato, per l’appunto, un repubblicano.

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