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La telefonata improvvisa
“Adesso o mai più”: Lula chiama Meloni sull'accordo Ue-Mercosur
La decisione in Consiglio prevista per il 19 dicembre resta in bilico: l’Italia chiede tempo per le garanzie agricole, ma il via libera alle clausole di salvaguardia e un'eventuale approvazione del Coreper domani riducono gli alibi e riaprono spiragli per una firma entro dicembre
Secondo quanto ricostruito dal Foglio, oggi, verso l'ora di pranzo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente brasiliano Lula si sono sentiti, telefonicamente. Il tema della chiamata? L'accordo Ue-Mercosur, che rischia di slittare a gennaio oppure di saltare del tutto. Ma se la maggior parte dei funzionari e diplomatici sia europei che latinoamericani pensavano che lo slittamento fosse l’esito più probabile, forse le cose potrebbero cambiare.
La firma, secondo il calendario di Lula e VdL sarebbe dovuta arrivare in Consiglio via procedura scritta (e dunque, senza voto) domani 19 dicembre, proprio a ridosso della cerimonia del 20 dicembre prevista a Foz do Iguaçu, la triplice frontiera tra Brasile, Argentina e Paraguay. "Se la firma slitta oltre il 2025 l'accordo può saltare": è il pensiero della maggior parte dei funzionari europei a Bruxelles, confermato proprio ieri sera dalle parole del presidente brasiliano Lula: “Adesso o mai più. Altrimenti sotto la mia presidenza non si farà l’accordo”.
Di fatto ieri la premier Meloni, in Aula, aveva chiuso le porte per la firma a dicembre organizzata da Lula e Ursula von der Leyen: "Tutte queste misure, seppur presentate, non sono ancora del tutto finalizzate. Serve attendere e discuterle con gli agricoltori. Riteniamo che firmare l'accordo nei prossimi giorni sia ancora prematuro", aveva concluso la premier, spiegando la posizione dell’Italia in vista del Consiglio: sì all’accordo commerciale Ue-Mercosur, ma serve più tempo per chiudere il pacchetto di garanzie sull’agricoltura prima di mettere la firma. Ma già da ieri sera filtravano speranze da Bruxelles che forse l'accordo potesse ancora essere firmato questa settimana.
Intanto però, il 16 dicembre il Parlamento europeo ha approvato con ampia maggioranza (431 voti a favore, 161 contrari, 70 astenuti) il regolamento sulle clausole di salvaguardia, definendo delle soglie ancora più basse per far scattare i controlli. E il senso politico dello sforzo sul regolamento – fatto anche dalla Commissione – era proprio rendere politicamente praticabile la decisione in Consiglio questa settimana e togliere possibili alibi. E proprio ieri il Consiglio dell’Ue ha discusso le salvaguardie, il trilogo (tra Commissione, Consiglio ed Europarlamento) ha approvato il regolamento e il meccanismo che le regola, e il Coreper (cioè il Comitato dei rappresentanti permanenti degli stati membri che prepara le decisioni del Consiglio) potrebbe mettere il placet sul testo proprio domani.
“Ho parlato con Meloni e mi ha spiegato che non è contraria all'accordo, che sta vivendo un certo imbarazzo politico a causa degli agricoltori italiani, ma che è certa di poterli convincere ad accettarlo” ha detto oggi il presidente brasiliano Lula in una conferenza stampa a Brasilia, “Poi Meloni ha chiesto che se avessimo avuto pazienza per una settimana, 10 giorni, al massimo un mese, l'Italia avrebbe aderito. Dovrò parlare con gli altri paesi del Mercosur".
Poi, subito dopo, la nota di Palazzo Chigi: "In merito all’accordo sul Mercosur, il governo italiano è pronto a sottoscrivere l’intesa non appena verranno fornite le risposte necessarie agli agricoltori, che dipendono dalle decisioni della Commissione europea e possono essere definite in tempi brevi".
La partita, tra la chiamata di Lula e la macchina burocratica europea che non si ferma, potrebbe portare a un'improvvisa piccola rivoluzione copernicana delle parole di Meloni di ieri.
Tra stasera e domani si capirà se il “prematuro” di Meloni è un no fino a gennaio, e se Lula ha davvero intenzione di far saltare l'accordo. Ma intanto si è forse riaperto uno spiraglio: basterà la conferma del compromesso su salvaguardie e controlli e il placet del Coreper, un chiarimento politico tra la Meloni e Ursula von der Leyen, e l'ultimatum di Lula vis-à-vis la presidente italiana a rendere ancora possibile una firma già a dicembre?