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Il punto

Cosa vuole fare il governo con il dl Energia. Tre mosse e una parola d'ordine: 65 euro

Jacopo Giliberto

Il testo del decreto è alle limature delle virgole e uscirà a settimane, dice il ministro Pichetto, mentre dall'Agricoltura, Lollobrigida assicura che concederà l’approvazione al decreto solamente quando avrà garanzie sulle aree idonee all'istallazione delle fonti rinnovabili più ingombranti

Nel decreto Energia – alla cui stesura finale manca sempre pochissimo – pare prendere forma fisica la metafora della coperta troppo corta, o della moglie e della botte piena. L’obiettivo è far abbassare le bollette dei consumatori industrial e domestici, sì, ma senza ridurre i profitti dei grandi operatori dell’energia; mettere a gara l’idroelettrico, certo, ma a patto che costi non più di 65 euro a megawattora; stimolare gli investimenti nelle fonti rinnovabili, sì, ma senza più fare ricorso a incentivi e sussidi; promuovere la diffusione dei moduli fotovoltaici, certo, a patto che non tolgano spazio all’agricoltura. E così via. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, rassicura che il testo è alle limature delle virgole e uscirà a settimane, anzi a giorni. Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, al contrario assicura che concederà l’approvazione al decreto solamente quando avrà garanzie sulle aree idonee all'istallazione delle fonti rinnovabili più ingombranti, cioè fotovoltaico ed eolico.
 

Il testo era stato annunciato prima dell’estate nel formato di decreto interministeriale a due firme, Ambiente e Agricoltura; poi è stato riannunciato subito dopo la pausa estiva. In questi giorni Pichetto ha detto che il testo dovrebbe essere presentato al Consiglio dei ministri nel volgere di un paio di settimane. Se c’è un ritardo – ha spiegato il ministro – è dovuto alla scelta di trasformare il provvedimento “in una norma primaria, che è una cosa un po’ diversa da un decreto interministeriale” e richiede quindi tempi più lunghi.
 

Il testo, anticipa Pichetto, “conterrà la regolamentazione del permitting per i data center che sono la novità del consumo, una regolazione della rete, un’azione che avrà incidenza sui prezzi che riguarda il cosiddetto spread del gas e stiamo definendo un meccanismo di legge per le aree idonee, per superare le difficoltà di valutazione visto che è stato bocciato il decreto interministeriale”.
 

Ecco, il decreto aree idonee. E’ una specie di piano regolatore per cercare di conciliare gli investimenti in energie rinnovabili non programmabili – che sono pulitissima ma assai ingombranti – con la tutela del paesaggio e delle comunità che in esso si identificano. Ne era stato fatto un decreto dedicato; sulle aree idonee era intervenuta la Regione Sardegna come grimaldello per tutelare l’intera isola e, in sostanza, impedire nuovi impianti fotovoltaici ed eolici su terraferma oppure in mezzo al mare. Tutto si è fermato finché ora le aree idonee non sono entrate come capitolo nel testo del decreto Energia. “Non si può chiedere agli agricoltori di essere custodi del territorio se non vivono del proprio lavoro”, viene in affiancamento di Lollobrigida il sottosegretario alla Cultura Mauro Mazzi, che ha risposto in Senato a un’interrogazione d’intesa con il ministro dell’Agricoltura.