Janet Yellen e il ministro Giorgetti - foto Ansa

Editoriali

La superstar del Lago maggiore è la segretaria Janet Yallen

Redazione

La segretaria del Tesoro americano ha riportato la Russia e la Cina al centro del G7 dei ministri delle Finanze di Stresa, a pochi chilometri dal luogo natìo del ministro Giorgetti che ha organizzato il vertice

Nel G7 da strapaese italiano, quello in cui ogni ministro si è organizzato la riunione dei grandi della Terra vicino casa, il vertice dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali non poteva che essere a Stresa, sul Lago Maggiore, che in linea d’aria si trova a una ventina di chilometri a nord da Cazzago Brabbia, luogo natìo del ministro Giorgetti. Che infatti ieri accogliendo il commissario europeo Paolo Gentiloni ha detto: “Ho ritrovato il mio microclima e infatti ho dormito anche bene”. Ma l’aria di Stresa, in realtà, non ha addolcito il contesto geopolitico né le missioni politiche degli ospiti del G7, specialmente quella della segretaria al Tesoro americano Janet Yellen, in Italia dall’altro ieri. Appena arrivata a Stresa, in un bilaterale con Giorgetti, Yellen ha chiarito i due temi più importanti in agenda: trovare “soluzioni più ambiziose” per sbloccare i fondi russi da circa 260 miliardi di dollari congelati in Europa e in America dopo l’invasione dell’Ucraina, e trovare soluzioni unitarie per contrastare l’eccesso di capacità produttiva industriale della Cina, due elementi che finiranno anche sul tavolo del vertice dei capi di stato a metà giugno, presieduto da Meloni.
 

Nessuno del governo italiano ne aveva ancora parlato, ma ieri Giorgetti, senza menzionare mai la parola Cina, l’ha detto: “Il libero mercato deve essere concesso a chi rispetta degli elementi fondamentali dei diritti. Ci sono dei sistemi geopolitici e geoeconomici che fanno concorrenza sleale. Gli Stati Uniti hanno preso decisioni molto forti e probabilmente l’Europa dovrà fare altrettanto”. Il riferimento è ai potenziali dazi sulle auto elettriche cinesi, su cui tra poco più di dieci giorni la Commissione Ue dovrebbe prendere una decisione. Ma sono le stesse auto che il ministro Urso, collega di Giorgetti, vorrebbe che le case cinesi producessero in Italia, ma con “componenti e manodopera italiane”: una missione impossibile – la Cina ha bassi costi di produzione per ragioni che non sono italiane – e un po’ confusa, come spesso succede alla politica estera italiana verso la Cina. A Stresa, intanto, il microclima è tornato perfetto.