dopo il cdm

"Si fida delle previsioni della Ragioneria dello stato?". E Giorgetti svicola alla domanda del Foglio

Il ministro dell'Economia al termine del Consiglio dei ministri che ha presentato il Def: "Superbonus? Il naso mi suggeriva che qualcosa non andava". Ma non si esprime sulla fiducia nel Mef, che aveva fatto male i conti sulla misura

Redazione

Alla luce del buco nei bilanci dello stato derivante dal calcolo del Superbonus, "si fida delle previsioni del dipartimento Finanze del Mef e della Ragioneria dello stato?". Alla domanda del Foglio, durante la conferenza stampa di oggi dedicata al Def, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha preferito non rispondere apertamente, svicolando e limitandosi ad alludere a un suo istinto personale."Il mio naso mi suggeriva che c'era qualcosa che non andava, i numeri adesso sono definitivi". "Purtroppo," aggiunge "il meccanismo prevedeva la possibilità di portare fino al 31 marzo, slittato poi al 2 dicembre, la possibilità di caricare in piattaforma il proprio diritto fiscale".

"Circa un anno fa a maggio dell'anno scorso la Ragioneria dello stato e il dipartimento Finanze al Mef in Parlamento diedero i conti del Superbonus. All'epoca insieme a tutti bonus edilizi era 116 miliardi, già 45 miliardi oltre le previsioni", ha ricordato il giornalista del Foglio Luciano Capone introducendo la domanda. "Dopo quasi un anno scopriamo che da giugno a dicembre questa spesa è aumentata di altri 100, 80, 90 miliardi, non so se avete quantificato. Siamo oltre i 150 miliardi oltre le previsioni". Da qui la l'interrogativo se il ministro si fidi o meno delle previsioni del suo dicastero. "Adesso tiramo una riga, abbiamo i dati definitivi", ha detto Giorgetti, "quello che sicuramente non cessa adesso è l'operazione di verifica e controllo della bontà di questi crediti, che ha già portato ad oggi circa 16 miliardi annullati e sequestrati a vario titolo. Questa operazione di verifica continuerà, credo sia una delle parti più importanti dell'operazione di accertamento e verifica fiscali che debba fare lo stato", conclude il ministro. Che però, appunto, alla domanda se si fidi ancora delle previsioni del Mef e della Ragioneria, preferisce non rispondere.

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