Dopo i treni, i giornali

Il capo di Msc compra da Gedi il Secolo XIX: un altro passo nell'establishment italiano

Stefano Cingolani

Aponte, proprietario di una delle principali società nel settore delle crociere, partecipa alle svendite del gruppo editoriale di Repubblica. È la prima volta che un armatore entra nell’editoria e si compra un giornale, dopo Achille Lauro

E’ caduta un’altra foglia dalla Gedi di John Elkann. La società editrice ha ceduto anche il Secolo XIX dopo aver venduto i quotidiani locali del nord-est e del centro Italia (sono rimasti solo la Provincia Pavese e la Sentinella del Canavese). Come nei carciofi (che del resto sono di stagione) è rimasto solo il cuore: la Repubblica e la Stampa, oltre ai tre canali radiofonici Radio Capital, Radio Deejay e Radio m2o, in attesa, dicono i maligni, che trovino un acquirente. La sorte dello storico quotidiano genovese fondato nel 1886 e posseduto per oltre un secolo dai Perrone, era da tempo in bilico, quindi la notizia non sorprende. La vera novità riguarda il compratore, cioè la Msc di Gianluigi Aponte che sta investendo molto in Italia: dopo Italo, le compagnie di trasporto merci su rotaia e su gomma, i traghetti del Golfo di Napoli, mentre la proposta di entrare in Ita Airways con la Lufthansa è caduta, ma forse solo per il momento.

Msc è numero due al mondo nelle navi cargo e tra le prime compagnie nelle crociere. Per molto tempo Aponte, 83 anni, sorrentino che ha esordito come uomo di mare proprio sulle navi del Golfo, emigrato in Svizzera dopo il matrimonio con la figlia di un finanziere elvetico conosciuta durante un viaggio nel Tirreno (oggi è il secondo uomo più ricco della Confederazione), era rimasto fuori dalla natia penisola. In questi ultimi anni, invece, ha cambiato decisamente rotta.

E’ la prima volta che un armatore entra nell’editoria e si compra un giornale, dopo Achille Lauro che negli anni 50 aveva il Roma, secondo quotidiano napoletano. Aponte ha sempre detto di ammirare Lauro fin da quando era giovane e il padre aveva cominciato a gestire una piccola società. Da tempo può dire di averlo surclassato. Ha fondato la sua compagnia nel 1970 con una vecchia nave da carico tedesca chiamata Patricia con la quale faceva la spola verso il Corno d’Africa. Oggi possiede 560 portacontainer, insidiando la danese Maersk. Nel 1987 è entrato nel ricco business delle crociere comprando la Starlauro ultimo residuo della flotta del Comandante Achille Lauro che negli anni 50 divenne l’uomo politico napoletano con il suo partito monarchico-populista. Msc Crociere ha 22 navi, ma fra tre anni se ne aggiungeranno altre sette ora in costruzione.

Nel 1995 arriva la Snav che collega Napoli con le isole seguita dalla Grandi Navi Veloci che arriva a Palermo e nel 2015 dalla Caremar che completa la sua egemonia sul Tirreno. Nell’insieme il gruppo impiega 15.500 persone in 45 paesi, con un giro d’affari di 90 miliardi di euro. Ma perché il Secolo XIX? Per rispondere dobbiamo dare un’occhiata all’interesse per Genova e per il suo porto dove vuole investire sempre più. In un vertice con le autorità locali a Palazzo San Giorgio il 14 febbraio scorso ha confermato di puntare sia sulle crociere sia sul traffico merci. Ma il porto deve essere ampliato e adattato. Decisiva è la costruzione della nuova diga foranea che è stata bloccata proprio ieri dall’Autorità anticorruzione. La struttura serve a far arrivare enormi navi portacontainer lunghe oltre 400 metri. L’attuale diga dista 550 metri dalla costa, mentre quella nuova sarà lunga 6,2 chilometri e costruita a una distanza di 800 metri per permettere alle navi più grandi di ruotare su loro stesse in caso di manovra. L’Anac l’ha presa di punta fin dall’inizio sostenendo che l’infrastruttura è stata inserita in modo illegittimo nel decreto Genova e nel Pnrr. L’autorità portuale è ricorsa a una assegnazione diretta dei lavori al gruppo Webuild nell’ottobre 2022.

Per l’Anac invece bisognerebbe ricominciare tutto da capo con un nuovo bando esplorativo. Il blocco provoca non solo ritardi, ma costi enormi. Dunque l’intreccio economico e politico che ruota attorno a Genova è diventato di primaria importanza e rischia di avere ricadute anche sul governo centrale. Nel commentare la vendita l’ad della Gedi Maurizio Scanavino ha detto che così viene assicurato un solido futuro alla storica e gloriosa testata. L’opposizione è inquieta: “Aponte acquisterà con il Secolo XIX altre quattro testate che si occupano di attività marittima, è come se Rocco Siffredi acquistasse PlayBoy”, ha commentato Ferruccio Sansa leader del centrosinistra al Consiglio regionale. Le notizie certo non mancheranno. 

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