la ragioneria generale dello stato

“Liberate Mazzotta!”. L'appello di Marattin indica il problema della Rgs

Luciano Capone

In Parlamento arriva una legge delega onerosa senza coperture. Guerra (Pd) protesta e l'onorevole di Iv chiede di liberare il Ragioniere ostaggio del governo. È il segnale che la Ragioneria generale dello stato, dopo gli errori sul Superbonus, è debole e non riesce a dire di no

“Liberate Mazzotta dallo sgabuzzino! È un bravo ragazzo”. L’ostaggio in questione, evidentemente in mano al governo, è il Ragioniere dello stato Biagio Mazzotta. La richiesta di liberazione incondizionata, invece, è di Luigi Marattin, deputato di Italia viva, ed è rivolta alla rappresentante del governo, la sottosegretaria Sandra Savino. 

Il siparietto si è svolto martedì, in commissione Bilancio, durante la discussione dell’atto 851 che modifica il decreto sulla “considerazione dei costi di produzione per la fissazione dei prezzi nei contratti dei prodotti agroalimentari”. Una norma, insomma, per dare una risposta alle proteste degli agricoltori. Non si tratta di una misura con un importante impatto sulla finanza pubblica, anzi ha un ruolo piuttosto cosmetico, eppure i deputati di opposizione notano qualche stranezza sulle coperture.

La prima a sollevare il problema è l’on. Maria Cecilia Guerra (Pd), ex sottosegretario all’Economia, in particolare riguardo all’articolo 2 della misura, che prevede “agevolazioni fiscali”, “sistemi premianti” e “incentivi” per le imprese. La Guerra evidenzia come sia insolita una delega al governo, che include un onere di finanza pubblica, ma senza prevedere una copertura finanziaria. Si tratta di un metodo singolare, dato che – osserva la deputata del Pd – quando in passato si è fatto ricorso alla legge delega, come nel caso dell’istruzione o dell’assegno unico universale, è sempre stato previsto uno specifico strumento di copertura. Ma la stessa cosa, ad esempio, è avvenuta con l’importante delega fiscale, rispetto alla quale i partiti di maggioranza hanno dovuto soppesare ogni singolo termine in riferimento alla Flat tax per fare in modo che non aprisse un varco a oneri di finanza pubblica non coperti.

In questo caso, invece, non è così: “La delega in esame sembrerebbe recare esclusivamente princìpi e criteri direttivi immediatamente onerosi”, dice la Guerra. Pertanto, la richiesta è quella di chiamare in audizione la Ragioneria generale dello stato (Rgs) per  chiarire se sono stati rispettati i criteri  della legge che prevede l’applicazione di una copertura finanziaria.

La risposta del governo, attraverso la sottosegretaria Savino, è che non è possibile quantificare gli effetti finanziari della norma. Ed è a quel punto che, associandosi alle considerazioni della collega dem, Marattin ha chiesto in maniera ironica la “liberazione” del Ragioniere Mazzotta. Ovvero la persona, o meglio l’istituzione, attraverso la cui “bollinatura” vengono certificate la quantificazione del costo finanziario di ogni provvedimento e la relativa copertura finanziaria: è il timbro di conformità senza il quale il provvedimento non può essere controfirmato dal presidente della Repubblica e trasmesso alle Camere.

La battuta di Marattin sul Ragioniere “ostaggio” del governo, mette il dito in una piaga reale. Che riguarda le stime, completamente sballate da parte del Mef e “bollinate” dalla Ragioneria, sul Superbonus. Si tratta di un errore senza precedenti nella storia della Repubblica, di oltre 100 miliardi nel triennio e di oltre 40 miliardi solo negli ultimi mesi del 2023. Nessuno ha mai spiegato quali sono stati gli errori che hanno originato questa voragine nei conti pubblici né se vi è stato posto rimedio. Anzi, a distanza di tre settimane dalla pubblicazione dei dati dell’Istat che hanno certificato un’extradeficit imprevisto di 2 punti di pil, nessun esponente delle istituzioni e, nello specifico del Mef, ha chiarito quali sono i confini della spesa per i bonus edilizi e se sono previste ulteriori sorprese anche nel 2024. Probabilmente il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sarà costretto a fornire qualche dato solo in occasione delle audizioni sul Def, che dovrà essere presentato alle Camere entro il 10 aprile.

Si sa che ci sono state tensioni tra Mef e Rgs proprio sul caso del Superbonus, la cui extraspesa ha ipotecato la politica economica del governo Meloni per tutta la legislatura. È evidente che questo precedente da un lato ha incrinato i rapporti tra governo e Rgs e dall’altro ha comportato un indebolimento della figura di Mazzotta. In un articolo del 5 settembre 2023, su queste colonne sottolineavamo come la Rgs avesse un forte problema di credibilità per le sue azioni future “Se Mazzotta resta al suo posto è perché è un Ragioniere dello stato forte o debole? Dopo essersi piegato al governo Conte sul Superbonus, avrà la capacità di opporsi a eventuali forzature del governo Meloni?”.

Dopo qualche mese, l’arrivo per la prima volta in Parlamento di deleghe al governo con oneri senza copertura e la richiesta da parte di parlamentari dell'opposizione di “liberare” l’ostaggio Mazzotta sono due piccole risposte eloquenti a quei quesiti. 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali