La presidente della Bce Christine Lagarde - foto Ansa

Editoriali

Sperare nel calo dei tassi per pagare il debito

Redazione

Meloni mostra un sintomo di insicurezza che non si confà a un capo di governo

Non è la prima volta che il governo Meloni critica la politica monetaria della Banca centrale europea, anche se ha sempre omesso di spiegare che aumentare i tassi d’interesse quando l’inflazione galoppa è necessario proprio per evitare che il caro prezzi pesi sulle classi con redditi più bassi. L’inflazione è soprattutto una tassa per i più poveri, si sa. Ieri, però, sul tema è intervenuta direttamente la premier, nel corso della conferenza stampa di fine anno che era stata rinviata, dicendo che è ragionevole immaginare una riduzione dei tassi d’interesse nel 2024. “Una riduzione libererebbe diverse risorse che noi abbiamo da pagare sul debito italiano”. Vero, ma fare previsioni, per un capo di governo, su un terreno così scivoloso come la politica monetaria, resta un azzardo.

 

 

A Palazzo Chigi sanno bene che le stime di mercato sui diversi tagli dei tassi d’interesse per quest’anno – che tanta euforia hanno creato prima di Natale – si stanno ridimensionando di fronte alla freddezza mostrata sia dalla Bce sia dalla Fed. Entrambe le banche centrali stanno cercando di comunicare una certa cautela sull’allentamento della stretta monetaria per il timore che l’inflazione possa rialzare la testa nei primi mesi del 2024. Non è un caso che lo spread Btp-Bund, arrivato a 156 punti base a metà dicembre, abbia subito una piccola fiammata negli ultimi dieci giorni risalendo a 165 punti. Segno che gli operatori stanno ricalibrando le aspettative che apparivano fin troppo ottimiste. Questo non vuol dire che la Bce non ridurrà affatto il costo del denaro, ma che lo farà se e quando lo riterrà opportuno e una volta valutato se i fattori che possono favorire una nuova impennata dei prezzi – per esempio i salari – sono sotto controllo. Cercare di comunicare la speranza che si riducano i tassi per ridurre il costo del debito pubblico è una strategia discutibile per un capo di governo che dovrebbe dimostrarsi sempre sicuro di poter ripagare il costo del debito a prescindere dalle condizioni di mercato e da come si muoverà la Bce.

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