editoriali

I cittadini, pur non capendo bene l'inflazione, hanno risposto risparmiando

Redazione

Nel corso del 2023 sono tornati ai livelli pre Covid sia la quota di cittadini che è riuscita a mettere da parte le risorse, sia il livello medio di reddito risparmiato

Nonostante i salari siano stagnanti, gli italiani hanno affrontato la sfida dell’inflazione confermando la loro fama di formichine. Nel corso del 2023 è, infatti, cresciuto sia il numero delle famiglie che sono riuscite a risparmiare (54,7 per cento contro il 53,5 per cento del 2022) sia la quota media del reddito risparmiato (12,6 per cento dall’11,5 per cento del 2022) con un ritorno ai livelli pre Covid. Eppure, come risulta dall’indagine annuale del Centro ricerche Einaudi e Intesa Sanpaolo, gli italiani non sanno neanche bene cosa sia l’inflazione poiché solo il 38 per cento del campione ha risposto correttamente alla domanda. Ma, com’è stato fatto notare, solo chi ha più di 55 anni ricorda i tempi dell’austerity e dell’inflazione galoppante degli anni Settanta.

Pur senza avere grandi cognizioni in materia, i cittadini di fronte a un fenomeno inatteso hanno reagito nell’unico modo che conoscono, difendendosi dall’incertezza. E, però, quello della compressione del potere d’acquisto resta un tema centrale, come ha spiegato Gregorio De Felice, responsabile del centro studi di Intesa Sanpaolo, secondo il quale “esistono le condizioni per un aumento dei salari, che costituirebbe un volano importante per sostenere i consumi delle famiglie e per trattenere in Italia le risorse più qualificate”. De Felice ha anche ricordato il recente rapporto Inapp, dal quale è emerso che l’Italia ha perso 13 posizioni nella graduatoria dei salari reali tra i paesi dell’Ocse. Alla luce di questo, l’accelerazione del risparmio nel 2023 risulta ancor di più una tendenza sorprendente, che si spiega, però, più come una sorta di talento naturale degli italiani che come un miglioramento delle condizioni economiche. È, come detto, l’istintiva risposta all’incertezza: una motivazione  genericamente precauzionale, che resta accompagnata da  una bassa alfabetizzazione finanziaria. Ma una novità c’è: nei portafogli delle famiglie sono entrati molti più titoli di stato e sono usciti fondi e polizze.

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