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il vertice

Patto di stabilità, accordo rimandato: si punta a nuovo Ecofin entro l'anno

Redazione

I ministri dell'Economia riuniti a Bruxelles fanno trapelare ottimismo per le trattative sulla nuova bozza, ma l'intesa è lontana e si ragiona su una nuova riunione prima di Natale. La presidente Calvino: "Siamo quasi alla conclusione"

Dopo una notte di trattative per trovare un accordo sul nuovo Patto di stabilità, la riunione dei ministri europei dell'Economia è finita con un nulla di fatto, come da attese, ed è molto probabile che anche l'incontro in corso oggi non sblocchi la situazione. L'ipotesi è quella di convocare un nuovo Ecofin prima di Natale, dopo il Consiglio europeo previsto per il 14 e 15 dicembre a cui parteciperanno i capi di stato e di governo. Qualche passo avanti su cui continuare a lavorare è stato fatto, dicono alcuni dei partecipanti, e sul tavolo c'è una nuova bozza preparata da Germania, Francia, Italia e dalla stessa presidenza spagnola: è il testo del compromesso con cui si cerca una soluzione passabile per tutti su come assicurare il giusto equilibrio tra rigore e lo spazio necessario per gli investimenti.

Per il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire sono stati compiuti passi avanti verso un accordo. Riferendosi alla cena di ieri sera ha detto: "Abbiamo lavorato in modo costruttivo per otto ore in un'atmosfera amichevole e serena. Abbiamo compiuto progressi significativi verso un accordo. Abbiamo lavorato bene con tutti gli stati membri e con partner chiave come l'Italia e Germania". Una versione dei fatti confermata anche dalla presidente di turno dell'Ecofin, Nadia Calvino, ministra spagnola dell'Economia.  "Sono stati compiuti progressi molto significativi, siamo quasi alla conclusione e se occorrà convocheremo una nuova riunione. Nei prossimi giorni arriveremo ad una conclusione", ha detto arrivando questa mattina al vertice. Secondo i cronisti a Bruxelles, ottimisti sono sembrati anche il commissario all'Economia Paolo Gentiloni e il vice presidente esecutivo Valdis Dombrovskis. Entrambi, arrivando al Consiglio, si sono detti sicuri che verrà trovato un accordo entro la fine dell'anno. 

La posizione del governo italiano resta solida sui punti già sollevati nei mesi scorsi dal ministro Giancarlo Giorgetti. La sintesi è che, piuttosto che cercare un'intesa a tutti i costi, se non si riesce e trovare una soluzione nell'interesse dell'Italia e dell'Europa, è preferibile tornare al vecchio Patto. Il punto è sempre quello di escludere dal computo della spesa corrente gli investimenti in tecnologie verdi, difesa e digitale e garantire un percorso di riduzione del debito graduale, realistico e sostenibile anche per la misura dell'ingente debito italiano. "Il 14 dicembre si svolgerà la discussione alla Camera dei deputati per la ratifica del Mes". ha detto Giorgetti, in un punto stampa a margine dell'Ecofin.

 

Secondo quanto riporta l'agenzia Public Policy, il testo di compromesso circolato nei giorni scorsi sembrava aver accontentato molto la Germania e gli altri paesi rigoristi nell'Ue, con l'inserimento di clausole di salvaguardia sul debito (diminuzione media annua pari a 1 punto percentuale di Pil con un debito oltre il 90% e 0,5 punti percentuali con un debito tra il 60% e il 90% rispetto al Pil) e sul deficit (cuscinetto di sicurezza pari all'1,5% rispetto al 3% indicato nei trattati). Adesso la partità sembra giocarsi tutta sulla flessibilità dello 0,2% sull'aggiustamento della spesa in caso di procedura per deficit eccessivo chiesta dalla Francia, nel caso in cui gli stati membri siano impegnati in riforme strutturali e investimenti. Il meccansimo farebbe scendere l'aggiustamento della spesa dallo 0,5% allo 0,3%. L'altro nodo riguarderebbe la possibilità di includere o escludere negli obblighi di aggiustamento della spesa gli interessi sul debito. 

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