Editoriali
Prepararsi alle imprese zombi
Un’ondata di fallimenti arriverà in Europa, scrive il Financial Times. Ma non serve panico
Un’ondata di fallimenti si sta abbattendo sulle imprese, scrive il Financial Times in un lungo editoriale. Negli Stati Uniti il ricorso alla legge sulla bancarotta (simile all’italiana amministrazione controllata) ha già raggiunto il livello più elevato dal 2010, c’è allarme in Inghilterra e Galles dove le insolvenze sono al punto più alto dalla grande crisi finanziaria. Allianz, la compagnia tedesca di assicurazioni, prevede che crescano ovunque, anche nella zona euro. La colpa è dei tassi d’interesse: prima erano troppo bassi ora sono cresciuti troppo e troppo in fretta. Dunque, dobbiamo invocare l’ortodossia monetaria violata da banchieri centrali sbarazzini come Janet Yellen e Mario Draghi che hanno lasciato un pesante fardello ai loro successori? In Italia lo si sente dire già da un po’. Persino per giustificare i ritardi del Pnrr. Il Ft cita l’immancabile Joseph Schumpeter secondo il quale “la depressione economica è per il capitalismo come una buona doccia fredda”. Ma la depressione è lontana, ammette il quotidiano britannico, e non è arrivata perché il costo del denaro è sceso fino a zero e anche sotto, in risposta alla grande crisi finanziaria prima e alla pandemia poi. Adesso è necessario tornare alla vecchia e buona normalità? Ma sono normali due guerre in corso, choc energetici, prezzi elevati, una Cina in deflazione? Davvero viviamo in tempi bui, diceva il poeta, quando anche la parola innocente è stolta.
La situazione è diversa da paese a paese. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito i debiti privati, quelli di famiglie e imprese, superano il reddito disponibile, mentre anche il debito pubblico è salito a livelli prima mai visti. In Italia o in Spagna non è così. I debiti privati restano bassi e il risparmio elevato. Nel caso italiano il problema più serio viene dal debito pubblico (la Spagna sta meglio, ma non è al sicuro). Anche le aziende italiane o spagnole stanno pagando oneri spesso eccessivi, sia chiaro. Ma il vero problema non è tanto il debito, quanto il tasso di crescita. Il boom post pandemico è stato breve e in molti casi effimero. Ora le curve del prodotto si sono appiattite e stanno scendendo rapidamente. Draghi non è mai stato un catastrofista, però dice che la recessione nella zona euro è ormai inevitabile. Si salvano gli Stati Uniti che stanno sperimentando una crescita imprevista, attorno al 5 per cento, superiore anche a quella cinese. Ma chi può dire se e quanto durerà? E il ritmo dei fallimenti aziendali non promette bene.
I debiti vanno pagati, troppo debito alla lunga fa male e la medicina (la stretta monetaria) ammazza il paziente. La recessione è in parte provocata dalle stesse banche centrali perché è la loro unica arma contro l’inflazione. Ma a questo punto perché non ricordare Franco Modigliani? Nel 1958 pubblicò insieme all’economista Merton Miller un lavoro che valse loro il premio Nobel nel 1985. Ridotto in pillole il teorema sostiene che il valore di una impresa non cambia se utilizza capitale proprio o capitale preso in prestito al netto di tassazione e a fronte di tassi d’interesse a lungo termine stabili e sufficientemente bassi. Chi sceglie di indebitarsi non è destinato a fare bancarotta se la sua azienda aumenta la produttività e il prodotto a un ritmo tale da ripagare l’onere dell’indebitamento senza pesare sul suo sviluppo. Attenti, dunque, alle troppo facili conclusioni: il basso costo del capitale in questi anni ha favorito non la diffusione di aziende zombi, ma la rivoluzione digitale e Schumpeter lo avrebbe riconosciuto. Questo teorema microeconomico ha implicazioni macro. Non a caso Modigliani polemizzava con le banche centrali quando stringevano troppo i freni. L’azienda diventa zombi se non impiega bene il capitale, proprio o preso in prestito, se è assistita e non produttiva. Ciò vale anche per i governi, quelli che spendono, spandono e non investono nemmeno quando hanno le risorse prese in prestito a tassi minimi, come nel caso del Pnrr. E per i governi zombi davvero non esistono alibi.
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