editoriali

La Bce ferma i tassi, ma avverte i governi su debito e spese

Redazione

Non è la prima volta che la presidente della Banca centrale europea lancia un monito sulle spese dei singoli stati. In soldoni: o riducete le spinte inflazionistiche, o non vi lamentare se i tassi aumenteranno di nuovo

Più che una riunione di politica monetaria, quella della Bce che si è svolta oggi ad Atene, l’ultima per il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, è sembrata un summit su temi macroeconomici. Il consiglio ha confermato le aspettative di una pausa sull’aumento dei tassi, specificando che questo non preclude altri rialzi in futuro, ma non ha discusso né di tagli del costo del denaro (“è prematuro”), né dell’altro tema caldo: la fine del Pepp (ovvero il rinnovo degli acquisti del programma contro l’emergenza pandemica). In questo clima insolitamente rilassato, che prelude alle riunioni di novembre e di dicembre che si annunciano più complesse perché i nuovi dati macro imporranno scelte di campo decise, la presidente Christine Lagarde ha  lanciato un messaggio ai governi. “Le politiche di bilancio degli stati membri devono essere tali da aumentare la produttività e ridurre gradualmente il debito pubblico”. E a chi le chiedeva lumi sull’invito alla prudenza fiscale ha spiegato, in sintesi, che con il venir meno della crisi energetica, i governi dovrebbero continuare a ritirare le relative misure di sostegno.

Non è la prima volta che la presidente della Bce lancia un monito in questo senso, ma il tono è stato più deciso di altre volte. “È essenziale evitare di sospingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine e rendere altrimenti necessaria una risposta ancora più forte di politica monetaria”. In soldoni, si potrebbe tradurre: cari politici, se continuate a spendere per mantenere le promesse elettorali, poi non vi lamentate che la Banca centrale deve inasprire i tassi per far scendere l’inflazione. Per il resto, la Bce ha confermato che l’economia dell’Eurozona resterà debole quest’anno, come dimostrano i segnali di calo della produzione manifatturiera e di flessione del mercato del lavoro. “I rischi restano al ribasso”, ha aggiunto Lagarde, ricordando le tensioni geopolitiche, dalla guerra in Ucraina allo scenario in medio oriente aperto dall’attacco di Hamas a Israele.

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