(foto EPA)

la decisione

Si sblocca la partita per la presidenza della Bei (ed è una sconfitta del governo)

Francesco Bercic

Al termine della riunione dell'Ecofin di oggi potrebbe essere annunciata la nomina della spagnola Nadia Calviño al vertice della Banca europea per gli investimenti. Sullo sfondo la discussione sul Patto di stabilità, con il ministro dell'economia italia sempre più in difficoltà con i falchi (e sul Mes)

La nomina del nuovo presidente della Bei (Banca europea degli investimenti) è in dirittura d’arrivo e potrebbe forse essere annunciata già nelle prossime ore, al termine dell’Ecofin che si svolge oggi in Lussemburgo. Una svolta importante è arrivata nella giornata di ieri durante la riunione dell’Eurogruppo: a sciogliere le riserve per uno dei cinque candidati – tra i quali c’è anche l’ex ministro del governo Draghi Daniele Franco – è stato infatti Christian Lindner, titolare delle finanze tedesche.

Sebbene Lindner abbia dichiarato di non poter “esprimere pubblicamente” la decisione presa dalla Germania, a Berlino sembra aver prevalso la linea del cancelliere Olaf Scholz a sostegno di Nadia Calviño, ex direttrice dei dipartimenti Bilancio e Concorrenza della Commissione Ue e vicepremier spagnola del partito socialista europeo (come Scholz). Lindner, liberale, avrebbe preferito un altro nome: l’intesa è stata possibile concedendo ai liberali la nomina del vicepresidente della Bei. All’appello mancherebbe così soltanto la Francia, siccome il peso dei voti fra gli azionisti della Bei è tarato sulla quota di capitale detenuto nella banca da ciascun paese e dunque le preferenze di Parigi, Roma e Berlino contano di più.

 

Anche per Macron la strada che conduce al profilo di Calviño sembra tracciata, con un altro “scambio” in prospettiva che in questo caso potrebbe riguardare la partita per la sede dell’Autorità europea anti-riciclaggio (Amla), per cui è in lizza anche l’Italia. Se le chance di Daniele Franco, proposto per la Bei da Giorgetti, si stanno dunque riducendo, gli altri dossier nelle mani dei ministri europei restano aperti. Primo fra tutti la riforma del patto di Stabilità, sulla quale Calviño – che è presidente di turno – si è detta “fiduciosa di iniziare la fase finale del negoziato politico nella prossima riunione dell’Ecofin (il 9 novembre, ndr)”.

Il governo italiano si presenta all’appuntamento dopo aver illustrato la manovra finanziaria e non sarà semplice per Giorgetti fronteggiare il rigore dei “falchi” sulle nuove regole fiscali europee. Anche perché, sullo sfondo, rimane sempre la mancata approvazione italiana del Fondo salva stati (Mes), su cui Giorgetti glissa: “Il governo farà quello che dirà il Parlamento”.