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Editoriali

Il blackout delle rinnovabili. Il gran caso del Texas

Redazione

Domanda alta, offerta bassa. Il rischio è l'interruzione della corrente. Anche in Italia abbiamo un problema simile al popoloso stato americano. I pericoli di una transizione energetica disordinata

Il Texas cammina sul filo del blackout. Mercoledì scorso il gestore della rete, Ercot, ha attivato una sorta di allerta arancione, per avvisare del rischio di interruzioni della corrente. I consumatori, grandi e piccoli, sono stati invitati a ridurre i consumi – inclusi la ricarica dei veicoli elettrici o i filtri delle piscine – e assicurarsi che, in caso di necessità, fossero pronti i sistemi di backup (cioè, nella maggior parte dei casi, dei generatori diesel). A cosa era dovuta l’emergenza? Secondo Ercot, “l’alta domanda, una bassa generazione eolica e il calo della produzione solare al tramonto hanno eroso i margini di riserva a disposizione della rete e in ultima analisi hanno contribuito a una riduzione della frequenza”. A rendere tutto più complesso c’è una domanda sempre crescente: mercoledì Ercot ha registrato un nuovo record.

 

È il decimo raggiunto quest’estate. In parte ciò dipende dal cambiamento climatico, ma ancora di più è un inevitabile effetto della straordinaria crescita demografica ed economica dello stato americano. Tradotto: la presenza di una grande quantità di generazione non programmabile, che va e viene, rende sempre più difficile mantenere il sistema in equilibrio. Perfino il North American Reliability Corp, il soggetto che coordina le reti elettriche degli Stati Uniti riconosce che “il mix di generazione sta diventando sempre più sensibile a temperature estreme, diffuse e di lunga durata e alla mancanza di vento e di sole”.

   

Anche in Italia abbiamo un problema simile: il rapporto d’adeguatezza di Terna evidenzia che, se vi fossero ulteriori chiusure di impianti a gas, la rete potrebbe essere a rischio. Né la soluzione può venire dalle sole batterie: per quanto necessarie in questo contesto, esse non sono oggi in grado di fornire il tipo di servizi indispensabile per mantenere la continuità del servizio. Insomma: la transizione energetica ha molte sfaccettature e deve essere ordinata e graduale, altrimenti rischia di franare su sé stessa.

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