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Editoriali

Attrarre nuovi investimenti nelle opere si può. Ma non così. Uno studio

Redazione

Il sondaggio condotto dalla società di consulenza EY suggerisce una riflessione su come incoraggiare un trend positivo che rischia di essere frenato dalla burocrazia

Gli investitori internazionali mostrano un crescente interesse nei confronti delle infrastrutture italiane, considerate un settore chiave dell’economia del paese. Lo storico gap con gli altri stati europei fa sì che ci siano ampi margini di intervento per chi dispone di capitali. Energie rinnovabili ed efficienza energetica (ma anche sanità) non solo rappresentano gli ambiti in cui si sono focalizzati gli operatori negli ultimi dodici mesi, ma anche le priorità d’investimento individuate per l’immediato futuro. Molto meno attrattivo si presenta, invece, il settore dei trasporti – che nelle ultime settimane si è contraddistinto per un notevole numero di disagi, dagli aeroporti ingovernabili fino ai valichi bloccati – soprattutto per le complessità normative e autorizzative percepite.

Il consueto sondaggio condotto dalla società di consulenza EY (Infrastructure Barometer 2023) coinvolgendo dirigenti di grandi aziende, investitori specializzati, istituti finanziari e società di private equity di tutto il mondo, suggerisce quest’anno una riflessione su come incoraggiare un trend positivo che rischia di essere frenato dalla burocrazia, che pure il governo sta cercando di velocizzare. Marco Daviddi di EY spiega che la revisione del codice degli appalti potrebbe aprire nuove opportunità per rendere più attrattivo il paese “soprattutto per il ruolo attivo che gli investitori istituzionali potranno avere nei partenariati pubblico-privati”.

Di sicuro si registra una crescente attenzione nei confronti delle infrastrutture “green”, ma si rileva anche la necessità “di continuare il processo di razionalizzazione delle procedure e di incentivare la partecipazione dei privati nello sviluppo infrastrutturale del paese, anche attraverso la veloce attuazione del Pnrr”. Insomma, si potrebbe fare molto meglio pur considerando che l’attività di fusioni e acquisizioni nel settore infrastrutturale tricolore è prevista in crescita nei prossimi 12 mesi: il 56 per cento degli intervistati da EY ritiene, infatti, che il numero di deal che la loro azienda concluderà in Italia aumenterà rispetto al periodo passato e il 64 per cento si attende un aumento della competizione.