L'intervista

Il presidente di Enac sostiene il governo sul calmiere al prezzo dei voli: "Il ceo di Ryanair si calmi"

Gianluca De Rosa

"Rispetta il diritto Ue, Un intervento era necessario, con l'intelligenza artificiale i prezzi salgono troppo creando distorsioni di mercato", ci dice Pierluigi Di Sanna

“Il governo ha fatto benissimo a intervenire sul caro voli, noi lo chiedevamo da tempo, era necessario legiferare per fermare l’esplosione dei prezzi”. Pierluigi Di Palma, presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), di cui fu già direttore generale tra il ‘98 e il 2003, proprio nei primi anni che seguirono la liberalizzazione del trasporto aereo in Europa, non solo difende ma rivendica la norma inserita dal governo nel decreto omnibus. La legge prevede lo stop agli algoritmi delle compagnie aeree che alzano i prezzi per le rotte verso Sicilia e Sardegna quando ci sono picchi di domanda o se l’aumento porta a un prezzo di vendita superiore del 200 per cento alla tariffa media per quella tratta (e si estende al resto del territorio nazionale in caso di emergenze). Contro l’intervento legislativo si è scagliato il Ceo di Ryanair  Eddie Wilson che ha bollato le misure come “ridicole, populiste, illiberali e di stampo sovietico”. “E d’altronde – dice Di Palma – lui viaggia in aereo privato molti problemi non li ha, in compenso vediamo che gli manca, e non poco, il garbo istituzionale”.

Eppure, tolte alcune esagerazioni, gli argomenti di Wilson sembrano avere un senso: i prezzi, dice lui, si abbassano permettendo alle compagnie di fare utili e aumentare l’offerta. Insomma non è che l’Italia ha varato davvero una norma da Urss? Il presidente dell’Enac è convinto che non sia così. “Questa legge – dice – serve a mettere in piedi una vigilanza su pratiche distorsive del mercato che avvengono in determinati periodi, come i picchi di domanda durante le vacanze”. Anche da Bruxelles però arriva all’Italia una richiesta di chiarimento: la libera formazione dei prezzi nel mercato, dicono, è la migliore garanzia per prezzi bassi. C’è il rischio che la Ue stoppi la norma? “Noi dobbiamo difenderla”, replica il presidente di Enac. “I funzionari europei richiamano la regola che dice che i vettori comunitari fissano liberamente le tariffe aeree per i passeggeri, ma si dimenticano che anche la Ue  tutela i territori più fragili, isole comprese.  La liberalizzazione del trasporto aereo europeo serviva proprio a questo:  ad abbassare i prezzi per favorire la mobilità nella Ue delle giovani generazioni e superare l’identità nazionale, correlando questa cosa al programma  Erasmus. Un ragazzo di Palermo deve poter raggiungere la capitale europea, Bruxelles, nello stesso tempo in cui lo fa un coetaneo francese, e questo deve essere un diritto esercitabile, sennò torniamo a una democrazia basata sul censo”.

 

Inoltre secondo Di Palma la norma non violerebbe le regole Ue a prescindere. “Fissare le tariffe non impedisce a un governo di chiedere di esporle in anticipo”, dice. “Se io vado a comprare un maglione in un negozio il prezzo è esposto in vetrina, bene il libero mercato, ma servono tutele anche per il consumatore”. Fuor di metafora Di Palma ricorda come alcune richieste alle compagnie erano già state fatte. “Avevamo detto loro ‘care compagnie fate attenzione a questa intelligenza artificiale che da sola determina un innalzamento ingiustificato dei prezzi’”. Il presidente dell’Enac sostiene questo: “Qualcosa nel sistema delle compagnie low cost  è saltato: prima si praticavano dei prezzi civetta per attirare il riempimento dell’aereo che poi si fermavano, gli aerei arrivavano a un riempimento dell’80/85 per cento, la strategia del fondatore di Ryanair O’Neil era quella poi di vendere a prezzi stracciati i biglietti rimanenti, facendosi pubblicità gratis. Oggi invece ci sono meno collegamenti aerei rispetto al 2019 e più passeggeri, gli aerei sono più pieni e i prezzi esplodono, quello che chiedevamo  non era di ridurre i ricavi, ma di cambiare la dinamica:  alzare magari un po’ i prezzi civetta abbassando i prezzi successivi. Non è possibile per esempio che con l’interruzione dell’alta velocità i prezzi Linate-Roma sono schizzati da 100 a 500 euro in poche ore”. Si chiama  “fissazione dinamica” del prezzo, le compagnie lo fanno da sempre, Wilson sostiene che  “chi ha pensato la norma non ha frequentato nemmeno il primo giorno di lezione di Economia”.  “Guardi – si difende Di Palma – io sono da 38 anni avvocato dello stato, i mercati a volte vanno regolati, con questa norma evitiamo  meccanismi distorsivi”. 

La durezza delle affermazioni di Wilson secondo il presidente di Enac è anche legata al grande potere di mercato conquistato in questi anni da Ryanair. “Hanno una flotta enorme, questo permette a Wilson di usare questi toni minacciosi, ma la verità è che il mercato italiano vale molto, non lo possono lasciare”.


 

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