Editoriali
Il caso Eurovita indica la necessità di un fondo di garanzia per le assicurazioni
Il settore assicurativo non dispone di strumenti per ridurre l’impatto di eventuali crisi, a tutela del risparmio e della fiducia nel sistema
"E’ attesa a ore una soluzione per la crisi Eurovita”, ha annunciato ieri il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. E non è un caso che l’abbia fatto a margine della relazione annuale dell’Ivass, l’istituto di vigilanza presieduto da Luigi Federico Signorini, dalla quale sono emersi segnali di sofferenza per il settore a causa della crescita dei tassi. L’epicentro della scossa è nel ramo vita. Per la prima volta in dieci anni la gestione di questo comparto nel suo insieme si chiude in perdita: il 2022 si è chiuso con un rosso di 400 milioni di euro a fronte di utili per 4,3 miliardi nell’anno precedente. Questo risultato negativo si è riflesso su tutto il settore assicurativo con una diminuzione dell’indice medio di solvibilità, sceso al 246 per cento, che è in linea con la media europea, come ha sottolineato Signorini, ma è di circa cinque punti più basso rispetto al 2021 (per le compagnie specializzate nel ramo vita, poi, il calo è stato di 25 punti). Inoltre, lo scorso anno l’Ivass ha effettuato 13 ispezioni sui profili di vigilanza prudenziale presso le compagnie e in sei casi su tredici i giudizi finali sono stati sfavorevoli per svariati aspetti. Insomma, ce n’è abbastanza per destare qualche preoccupazione anche se il numero dell’Ivass assicura che i rischi per la stabilità finanziaria “sono presidiati”. Ma considerando che la Bce non intende prendersi pause nella lotta all’inflazione, quanto potranno resistere le compagnie più vulnerabili? Una buona ragione per affrontare, come ha fatto Signorini, il problema della mancanza di un fondo di garanzia come esiste per le banche.
In effetti, a differenza del settore bancario, che tra l’altro beneficia dell’aumento dei tassi, quello assicurativo non dispone di strumenti per ridurre l’impatto di eventuali crisi, a tutela del risparmio e della fiducia nel sistema. La dimostra proprio il caso Eurovita, sul quale è dovuto intervenire, per la prima volta nella storia, il governo per mettere intorno a un tavolo gli operatori del settore e cercare, non senza fatica, la soluzione attesa a breve.
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