dialogo costruttivo

Urso e Sbarra, prove d'intesa sul lavoro tra governo e Cisl

Luciano Capone

“Sì a dialogo e partecipazione, è il nostro metodo”, dice il ministro aprendo alla proposte di legge della Cisl. “Ci sono stati scioperi sbagliati, il sindacato non faccia opposizione politica”, dice il rappresentante dei lavoratori riferendosi a Cgil e Uil

Non c’è accordo totale sui contenuti, ma c’è un’intesa sul metodo da seguire. Da un lato il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, apprezza l’atteggiamento dialogante del governo Meloni con cui è possibile costruire un “rapporto solido”. Dall’altro il ministro delle Imprese Adolfo Urso riconosce ai sindacati che la crescita dell’Italia superiore alle attese è dovuta anche al “migliore clima sociale e di confronto civile rispetto ad altri paesi”, il riferimento è agli scontri di piazza in Francia. Il contesto è il convegno organizzato dalla Fit-Cisl sulla “Impresa sostenibile e democrazia nei luoghi di lavoro”. Il convitato di pietra è Maurizio Landini, leader di un sindacato che ha scelto un confronto più muscolare.

 

Al centro della discussione tra Sbarra e Urso c’è la proposta di legge di iniziativa popolare della Cisl sulla “Partecipazione al lavoro”, che evoca il modello di co-gestione tedesco. “Serve una nuova cultura che rigeneri il rapporto tra capitale e lavoro – dice Sbarra – per migliorare la condizione salariale e di sicurezza dei lavoratori, per concertare intere sull’orario di lavoro, per aumentare la produttività. È anche un modo per valorizzare i territori che possono attrarre più investimenti”. La norma, nel pieno della tradizione dell sindacato cattolico, non viene vista come un obbligo calato dall’alto, ma punta a incoraggiare la partecipazione dei lavoratori nella decisione dell’indirizzo dell’impresa e a rafforzare la contrattazione aziendale.

 

La proposta della Cisl “è la strada giusta” dice Urso: “Il fatto che io sia qui dimostra che il governo vuole confrontarsi nel merito, perché questa iniziativa consente al sindacato di riprendere un ruolo propositivo e di portatore di interessi generali di cui c’è assoluto bisogno”. La partecipazione e il dialogo, sostiene il ministro, sono esattamente il metodo che anche il governo intende adottare con imprese e lavoratori. Il ministro Urso fa un altro parallelo tra la proposta di legge della Cisl, che punta senza prescrizioni a facilitare l’accordo tra le parti, con la sua idea di “Stato stratega”, che non vieta ma “incentiva e delinea un percorso su cui cittadini, imprese e lavoratori possono liberamente muoversi e scegliere”. Sbarra, dal canto suo, restituisce i complimenti: “Apprezzo tantissimo l’apertura e la disponibilità del ministro: è bello avere un’espressione così alta del governo che riconosce il valore dei contenuti”.

 

L’intesa, o quantomeno il dialogo costruttivo, tra governo e Cisl non si limita al tema della “partecipazione”, ma è solido anche su temi divisivi come il decreto Lavoro, che ha spinto Cgil e Uil a evocare lo sciopero generale e i partiti di opposizione a denunciare l’attacco ai diritti dei lavoratori per la modifica del decreto Dignità. Il giudizio di Sbarra sul decreto è “articolato”: apprezzamento per il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori (“il governo ha accettato quella che era una nostra rivendicazione, anche se bisogna fare di più perché scade a dicembre”) e anche per la modifica dei contratti a termine (“è sbagliato regolare le causali per legge, ho apprezzato che si restituisce valore alla contrattazione collettiva”), mentre le critiche sono rivolte alla riforma del Reddito di cittadinanza (“bisogna sostenere di più le famiglie in difficoltà e servono più investimenti nelle politiche attive per gli occupabili”) e all’estensione dei voucher.

 

Urso, sulla proroga degli sgravi contributivi, rassicura la Cisl: “La nostra direzione di marcia è molto chiara: man mano che ci sono le compatibilità finanziarie taglieremo il cuneo”. Nessuna obiezione da parte di Sbarra rispetto alla scelta di Meloni, definita “provocatoria”, di varare il decreto il 1° Maggio: “Se fate cose buone per i lavoratori, convocatemi anche il giorno di Natale – dice Sbarra al governo –. Guardo con pragmatismo ai contenuti, evitando conflitti ideologici e antagonismi sterili”.

 

Così il riferimento fino a quel momento implicito alla strategia conflittuale di Landini e Bombardieri diventa esplicito: “È sbagliato dare giudizi sommari. Ricordo la ferita aperta dello sciopero generale proclamato contro il governo Draghi perché gli amici e i compagni di Cgil e Uil consideravano quella legge di Bilancio ‘iniqua e regressiva’. Upb, Istat e Banca d’Italia hanno certificato che quella legge di Bilancio ha aiutato le famiglie in difficoltà, ma oggi non ne parla nessuno”. Quello sciopero azzardato ne ha inevitabilmente prodotto un altro contro il nuovo governo: “Capisco la difficoltà dei miei colleghi: hai fatto lo sciopero contro Draghi, come fai a non scioperare contro la Meloni?”, dice ironicamente il leader della Cisl.

 

In questi giorni sono impegnati in una mobilitazione comune, ma è evidente che le strade di Cgil-Uil e Cisl sono destinate a separarsi, anche perché, questo è il ragionamento di Sbarra, il governo ha una maggioranza solida e bisogna dialogare su una prospettiva di legislatura: “Il sindacato non può mescolare l’azione sociale con l’opposizione politica”. Al convitato di pietra saranno fischiate le orecchie.

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali